Ero atteso nel santuario, semplice, composto da un portico, l'altare e la croce, in alta montagna sul monte Santo, sopra Orosh. Là si doveva festeggiare la nascita di Giovanni Battista. Mi avevano detto che saliva molta gente per onorare le tradizioni del luogo.
Partii quattro ore prima per essere sicuro di arrivare in tempo per celebrare la S. Messa solenne. La strada, molto tortuosa e lunga, era frequentata dai camion per il trasporto del minerale a base di cromo verso il porto di Durres. In breve con l'aiuto di Gjovalin che mi accompagnava e con altre persone, siamo riusciti a organizzare i canti, le letture, il servizio dell'altare mentre io mi dedicavo alle confessioni. Lassù eravamo veramente vicini a Dio. Uomini, donne, bambini, anziane in costume, turisti, intere famiglie si sentivano pienamente coinvolte nella preghiera. C'era aria di presenza di Dio per il raccoglimento che si era creato e per la partecipazione di tutti.
Anche per i camionisti c'era aria di festa. Poter tramettere i valori della Fede anche in luoghi più impensati è una realtà che mi coinvolge molto.
Dopo aver benedetto le tombe del cimitero, come è tradizione di ogni anno nel giorno della festa, il capo villaggio ha fatto l'invito per il pranzo con una trentina di persone nella sua famiglia formata da 12 membri. Logicamente gli uomini, in un luogo separato dalle donne, secondo la vecchia cultura, perche' essi si devono occupare di politica, e di cose serie. La grandezza delle donne sta nella capacità di armonizzare gli ambienti e servire tutti con animo semplice.
Il cibo locale a base di byrek, sallam, formaggio, yogurt, cetrioli, uova e il piatto forte di patatine, carne di agnello e maiale, fa onore a chi l'ha preparato ed è apprezzato dagli invitati che pasteggiano sorseggiando il raki o la birra.
Le feste in alta montagna continuano poi dopo il tramonto con la cena che si protrae fino a notte fonda quando i sofà e materassi di fortuna accolgono tutta questa gente per il riposo notturno.C'è anche la tradizione che gli ospiti più in vista o chi sa leggere e scrivere, e' invitato a lasciare un messaggio e a formulare degli auspici sul librone della storia del villaggio e della famiglia, e descrivere cosa si è vissuto nella festa patronale.
Tornando a casa dopo una giornata piena di gioia per aver vissuto con la gente, per essermi inculturato nelle loro tradizioni e feste gioiose, ammiro ancora dall'alto i meravigliosi paesaggi e scopro che la gente in questi luoghi non ha la scuola e che per 5 mesi l'alta montagna è sommersa da tre metri di neve che impedisce loro qualsiasi spostamento, se non quello nelle loro case attrezzate per far fronte alle emergenze per il loro sostentamento e quello dei loro animali. Quanti sacrifici vivono, ma sono contenti lo stesso.
Mi imbatto in un gregge di capre dai più svariati colori, guidate verso gli alti pascoli da un ragazzo di Rreshen che dedica tutta l'estate all'alpeggio sugli alti monti dove si trova l'erba fresca e l'acqua buona per i suoi animali. Ci rivedremo per il ritorno a scuola? Chissa'?
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