giovedì 26 febbraio 2015

PERIODO "FORTE" PER ANDARE DIRITTI.

... La Quaresima è un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli. Soprattutto però è un “tempo di grazia” (2 Cor 6,2). Dio non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4,19). Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo. Ciascuno di noi gli interessa; il suo amore gli impedisce di essere indifferente a quello che ci accade. Però succede che quando noi stiamo bene e ci sentiamo comodi, certamente ci dimentichiamo degli altri (cosa che Dio Padre non fa mai), non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono… allora il nostro cuore cade nell’indifferenza: mentre io sto relativamente bene e comodo, mi dimentico di quelli che non stanno bene. Questa attitudine egoistica, di indifferenza, ha preso oggi una dimensione mondiale, a tal punto che possiamo parlare di una globalizzazione dell’indifferenza. Si tratta di un disagio che, come cristiani, dobbiamo affrontare.(Papa Francesco)...


Il cielo di oggi

Siamo vicini alla primavera. Il sole e' piacevole e il cielo tende a schiarirsi. La gente che incontro  chiede aiuto dal cielo durante il mio servizio delle benedizioni delle famiglie. Tante problematiche in un mondo pienamente in crisi.
       Molti sono  convinti che viviamo una situazione di precarietà ma che non dobbiamo arrenderci. Ogni giorno incontro decine di famiglie. Mi piace stare con la gente. Mi arricchiscono di umanità e di esperienze di vita.
Oltre che imparare sempre e da tutti, faccio un servizio nel nome del Signore e mi trovo a ricreare il mio corpo, la mia persona e il mio spirito in un ambiente e in un paesaggio di splendida villeggiatura.
 

mercoledì 25 febbraio 2015

IN QUESTO PERIODO PRIMA DI PASQUA IN PARROCCHIA ...

OGNI GIORNO FACCIO UN'ESPERIENZA INTERESSANTE: VADO NELLE CASE A PARLARE ALLA GENTE DI DIO...

“Quando noi ascoltiamo la Parola di Gesù,- dice Papa Francesco- e la custodiamo nel cuore, quella Parola cresce. E sapete come cresce? Dandola all’altro! La Parola di Gesù in noi cresce quando noi la proclamiamo, quando noi la diamo agli altri! E questa è la vita cristiana.
E’ una missione per tutta la Chiesa, per tutti i battezzati, per tutti noi:
                                ascoltare Gesù e offrirlo agli altri”.

sabato 14 febbraio 2015

CHE FORZA IL CARNEVALE DEI RAGAZZI....

 Andare incontro alle diversità. 
Non cerchiamo scuse all’Amore. Il prossimo è chiunque ci passa accanto, povero o ricco, bello o brutto; ignorante o dotto, santo o peccatore, della tua patria o straniero, sacerdote o laico; chiunque incontriamo ogni giorno.




Proviamo ad amare chi ci sfiora nel momento presente della vita e scopriremo nell’animo nostro nuovi germogli di forze, prima non conosciute: essere daranno sapore alla nostra vita e risponderanno ai nostri perché.

giovedì 12 febbraio 2015

è più bello insieme↓



Papa Francesco   Domenica  8 febbraio 2015 nel quartiere di Pietralata
Prima di recarsi alla parrocchia
di S. Michele Arcangelo a Pietralata ( quartiere di Roma)
Papa Francesco visita un campo Rom e
porta in dono 300 sacchi a pelo per i senza dimora




Arriva con oltre un'ora di anticipo rispetto alla messa per aver modo di intrattenersi con i parrocchiani. Papa Francesco dedica la sua ottava visita alle parrocchie di Roma a San Michele Arcangelo a Pietralata, nel quartiere popolare di Roma. Quartiere difficile, a ridosso della Stazione Tiburtina, reso famoso da Pasolini con il suo "Ragazzi di vita". Un quartiere prima di contadini, poi di baraccati. «Un villaggio di esclusi», lo definisce il parroco.
Prima di arrivare, però, 
con un fuori programma, il Papa si ferma a visitare un campo romSoltanto dopo raggiunge i fedeli che lo attendono nell'oratorio della chiesa. Parla a braccio con bambini e malati, con persone senza dimora e con le famiglie.  Con il fazzolettone degli scout al collo il Papa dialoga di pace e di accoglienza. E porta in dono 300 sacchi a pelo da distribuire ai poveri della zonaPoi confessa alcuni fedeli ed entra nella chiesa addobbata a festa per la sua visita. Anche l'omelia è a braccio in una chiesa piena all'inverosimile.
Video dell’omelia
http://youtu.be/RRqZW1YfXA0
«Così era la vita d Gesù: andava in tutta la Galilea predicando e scacciando i demoni. Gesù che predica e Gesù che guarisce, tutta la giornata era così», dice il Papa, commentando le letture della quinta domenica del tempo ordinario. «La gente lo cerca per sentirlo e anche per guarire i suoi ammalati».«Noi siamo davanti a Gesù, che presiede questa celebrazione. Lui è il vero sacerdote che offre il sacrificio al  Padre. E possiamo domandarci se io mi lascio predicare da GesùO se so tutto. Ascolto Gesù o preferisco ascoltare le chiacchiere della gente o altre storie?». E Bergoglio continua dicendo che tante volte la gente chiede: «"Padre, come faccio ad ascoltare, in quale canale della tv parla Gesù?". Ti parla nel Vangelo. E' un abitudine che ancora non abbiamo: cercare la parola di Gesù nel Vangelo. Portare sempre con noi un Vangelo piccolino, cinque minuti mentre sono in viaggio, quando devo aspettare, o a casa prendo il Vangelo dalla borsa. E Gesù mi parla, Gesù predica a me».
Il Papa torna su un tema a lui caro: 
il primato della Parola del Vangelo. E insiste anche in questa occasione: «Dobbiamo abituarci a questo», dice. «Sentire la parola di Gesù, ascoltare la parola di Gesù nel Vangelo. Leggere un passo, vedere cosa mi dice, avere questo contatto quotidiano con il Vangelo. Pregare con il Vangelo perché così Gesù predica a me. Conosco gente che apre il Vangelo e sempre trova la parola giusta per il tempo che sta vivendo. Questo voglio dirvi: lasciate che il Signore vi predichi. E Gesù arriva, e guarisce».

Insieme con la preghiera, infatti, il Papa mette l'accento sulla guarigione: «Tutti noi abbiamo ferite: ferite spirituali, peccati, inimicizie , gelosie, forse non salutiamo alcuni. Questo deve essere guarito. E come faccio? Prega e chiedi a Gesù che guarisca questo. E' triste quando in una famiglia i fratelli non si parlano per una stupidaggine. Il diavolo prende una stupidaggine e fa un mondo e le inimicizie vanno avanti per anni. Si distrugge quella famiglia, i genitori soffrono perché i figli non si parlano. Le gelosie, le invidie, e questo lo semina il diavolo. E l'unico che guarisce queste cose è Gesù. Per questo vi dico lasciati guarire da Gesù.Ognuno sa dov'è la ferita». Anzi le ferite. «Non ne abbiamo solo una», dice Francesco, «ma due, tre, venti.... Per questo devo aprire il cuore pregando. Ma quella gente mi ha fatto questo e questo... non importa Gesù guarisce questa piaga se chiediamo questo a Gesù. Gesù guarisce e così io posso anche predicare agli altri, insegnare le parole di Gesù perché io mi lascio predicare da Gesù e posso aiutare a guarire tante ferite che ci sono. Ma prima devo lasciare che Gesù mi predichi e Gesù mi guarisca».

E, infine, chiede un impegno concreto: «Quando viene il vescovo a fare visita alle parrocchie, si può fare un proposito bello, piccolino, il proposito di leggere un passo del Vangelo per lasciare a Gesù che mi predichi e pregare perché io mi lasci guarire dalle piaghe che ho. Siamo d'accordo?», chiede alla platea, «firmiamo? Facciamolo perché ci farà bene a tutti».







mercoledì 11 febbraio 2015

IL PAPA E LA FAMIGLIA OGGI.

Ha detto il papa, oggi nella sua udienza:"I figli non sono un problema di biologia riproduttiva, ma un dono“La gioia dei figli – ha proseguito - fa palpitare i cuori dei genitori e riapre il futuro. I figli sono la gioia della famiglia e della società. Non sono un problema di biologia riproduttiva, né uno dei tanti modi di realizzarsi. E tanto meno sono un possesso dei genitori … No, no.
I figli sono un dono, sono un regalo: capito? I figli sono un dono. Ciascuno è unico e irripetibile; e al tempo stesso inconfondibilmente legato alle sue radici. Essere figlio e figlia, infatti, secondo il disegno di Dio, significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore che ha realizzato se stesso proprio accendendo la vita di un altro essere umano, originale e nuovo.
E per i genitori ogni figlio … è differente, è diverso. 
Permettetemi un ricordo di famiglia. Io ricordo mia mamma, diceva di noi – eravamo cinque -: ‘Ma io ho cinque figli’. Le chiedevano: ‘Qual è il tuo preferito?’.
E lei: ‘Ma io ho cinque figli, come cinque dita. Se mi picchiano questo mi fa male; se mi picchiano questo mi fa male. Mi fanno male tutti e cinque. 
Tutti sono i miei, ma tutti differenti come le dita di una mano’. E così è la famiglia! La differenza dei figli, ma tutti figli”


domenica 8 febbraio 2015

OGGI IL NUOVO VESCOVO AUSILIARE DI GENOVA.

IL SOLE SPLENDEVA OGGI SUL CIELO DI GENOVA. L'ARIA ERA FRIZZANTE E SULLE ALTURE SI VEDEVA LA NEVE. NEL CUORE DELLA GENTE TANTA GIOIA. LA CATTEDRALE ERA GREMITA DI GENTE.
         
Non lo avevamo mai visto vestito di rosso e col tricorno in testa.... Certo che ci dovremo abituare. Lui sempre coi Gins, scarpe da ginnastica, zainetto a spalla ed ultimamente anche l'abito nero, lungo, da prete, tradizionale quando frequentava la curia...

Un giorno memorabile per tutta le chiesa ed in particolar modo per la Chiesa di Genova per l'ordinazione festosa di Mons. Nicolo' a Vescovo ausiliare della nostra diocesi. Amico di tantissimi giovani e di tutte le realtà che riguardano la pastorale giovanile. Lo aspettiamo presto anche nella nostra parrocchia di Nervi.
Tantissimi vescovi e sacerdoti oggi in cattedrale. L'emozione era sul volto di tutti. Col papa Francesco succedono avvenimenti belli nella chiesa... lo dicono tutti.

sabato 7 febbraio 2015

TRATTI DI UN SANTO ATTUALE.


Risultati immagini per GIROLAMO EMILIANI

8 febbraio: FESTA DI SAN GIROLAMO EMILIANI Fondatore dei Padri Somaschi.

Così S. Girolamo compendia nell'ultima sua lettera il cammino ascetico che devono percorrere i Servi dei Poveri che poi diventeranno i Padri Somaschi:« Non sanno che si sono offerti a Cristo, che stanno nella sua casa e mangiano del suo pane e si fanno chiamare Servi dei Poveri di Cristo? Come dunque vogliono compiere ciò che hanno promesso, senza carità né umiltà di cuore, senza sopportare il prossimo, senza cercare la salvezza del peccatore e pregare per lui, senza mortificazione…senza obbedienza e senza rispetto delle buone usanze stabilite? » Un santo molto esigente.
8 febbraioSAN GIROLAMO EMILIANIconfessore e fondatore
San Girolamo Miani (o Emiliani) nacque a Venezia nel 1486. Intraprese la vita militare, ma questa non lo soddisfava. Fatto prigioniero pregò la vergine Maria e fu liberato. Abbandonò la vita militare consacrandosi al soccorso dei poveri e dei derelitti, vendendo i propri averi e distribuendoli.
Si dedicò in modo particolare ai bambini orfani e poveri fondando tra l'altro l'Ospedale degli Incurabili di Venezia, la bottega degli orfani a S. Rocco e una casa per prostitute pentite.
La sua esperienza spirituale matura attraverso il movimento del Divino Amore, con l'influenza di personaggi come Gaetano da Thiene (fondatore dei teatini) e il cardinale Gian Pietro Carafa, poi papa Paolo IV. Fu chiamato da vescovi della Lombardia e del Veneto ad ordinare le opere di carità delle loro diocesi. Nel 1532 fondò l'Ordine dei Chierici Regolari di Somasca.
Morì nella cittadina di Somasca (Lecco) l'8 febbraio 1537 per aver contratto la peste dai malati che curava durante una terribile epidemia che aveva colpito la Valle di S. Martino.
Fu canonizzato nel 1767, il suo culto liturgico fu fissato dalla Chiesa il 20 luglio, data che rimase in vigore sino agli anni del Concilio Vaticano II; dopo il Concilio la festa liturgica è stata spostata all'8 febbraio (in cui sin dal XVI secolo si è sempre celebrato il ricordo della morte).
La forma corretta del cognome è Miani, come appare dalla firma autografa su alcune sue lettere, mentre Emiliani risulta essere la latinizzazione del nome e la sua nobilizzazione (discendenti dalla famiglia degli Emili).
Santuario di Somasca: vista dall'alto.
Cappella di San Girolamo eretta nella "Valletta".
La Scala Santa ai piedi della cappella, edificata per volere di San Girolamo. Al culmine, l'Eremo dove il Santo si ritirava in preghiera.
Da Milano Girolamo fa alcune puntate a Pavia e a Como, per fondarvi nuove opere di carità. Come già altrove anche in queste città coinvolge molte persone, sacerdoti e laici. Poiché il numero dei collaboratori aumenta, Girolamo darà a questo gruppo un'organizzazione, scegliendo per loro il nome programmatico di "Servi dei Poveri". La nuova famiglia religiosa sarà approvata da papa Paolo III nel 1540; successivamente papa Pio IV la eleverà a Ordine Religioso, con il titolo di Chierici Regolari di Somasca o Padri Somaschi.
Girolamo arriva nella Valle di San Martino alla ricerca di un luogo per la sua Compagnia. Nei dintorni su un promontorio roccioso si eleva un vecchio castello abbandonato (che la leggenda indica come residenza dell'Innominato manzoniano) cui si apre un magnifico panorama sul lago. Poco al disotto del castello una spianata, "la Valletta", offre un posto adatto per ospitarvi gli orfani: qui il Miani apre una scuola di grammatica e una specie di seminarioper la Compagnia ancora alle sue origini: vi si alterneranno lo studio, il lavoro agricolo e attività dirilegatura e tornio. Forse è allora che crea le sue giaculatorie che riassumono il fondamento della devozione religiosa: «Dolcissimo Gesù, non esser mio giudice, ma mio Salvatore!» «Signore, aiutami! Aiutami, Signore e sarò tuo!.»
Nel 1535 deve tornare a Venezia, richiamatovi dal suo confessore, perché le opere, sviluppatesi oltre misura, devono essere ristrutturate ed è necessario il suo consiglio. Ritornato poi in Lombardia, passa per VicenzaVeronaBresciaBergamo; rivisita le opere, i confratelli, i ragazzi, i collaboratori:
Qualcuno lo ha chiamato "vagabondo di Dio". C'è chi pensa che gli si addica meglio "pellegrino della carità". 


lunedì 2 febbraio 2015

GLI AUGURI DEL PAPA PER LA VITA CONSACRATA

In un mondo privo di valori e di Ideali è difficile trovare la gioia a buon mercato. Ma dove ci sono consacrati,convinti, vivi, impegnati, belli ed entusiasti per la loro consacrazione, lì trovi la vera gioia. E' quello che ci dice il papa a noi religiosi nell'anno dedicato alla vita consacrata. Ci chiede di contagiare il mondo triste, freddo,deluso, povero di fede, sbandato, con il contagio dell'Amore che porta i frutti della gioia, pace e serenità interiore. Oggi in cattedrale a Genova ho visto tanti consacrati con volti raggianti di luce. Stanno contagiando il mondo con la semplicità della vita evangelica.

P. GABRIELE HA UN RUOLO IMPORTANTE IN DIOCESI, ED IO LO AIUTO.

Da poco più di un anno p. Gabriele è stato scelto dal Cardinale Bagnasco  come suo delegato per tutte le comunità religiose sia femminili, che maschili. Ci sono in diocesi circa 128 Congregazioni con 1066 suore e 335 religiosi. Da poco più di due mesi anche io sono stato chiamato ad aiutarlo per la parte maschile. Ci sono ancora molte energie nelle comunità religiose, nonostante l'eta' avanzata e la mancanza di vocazioni.  Le cumunità religiose svolgono ancora un compito importante di una presenza carismatica e viva patoralmente nel territorio, accanto ai poveri,  nelle realta' scolastiche, nell'animazione giovanile,  ma c'è il pericolo che ognuno coltivi il proprio orticello senza curarsi degli altri carismi e dell'operare delle altre congregazioni. Oggi in cattedrale nella festa celebrata col Cardinal Bagnasco abbiamo sperimentato che possiamo mettere in comune le forze ed unire i nostri intenti per costruire la Chiesa Genovese con maggior efficacia e sentirci maggiormente coinvolti  nell'unico Ideale di Gesù e del Suo Vangelo. Ci stiamo provando. Oggi abbiamo fatto un passo in più verso la comunione.

LA BELLEZZA DELLA VITA CONSACRATA. ESSA CI AIUTA A GUARDARE IL CIELO.

Oggi la festa della vita consacrata è stata celebrata con grande gioia e partecipazione da quasi cinquecento suore a sacerdoti consacrati secondo i diversi carismi della Chiesa. Abbiamo pregato e riflettuto molto per capire i segni dei tempi. 
 Cosa sono chiamati a fare i religiosi e le religiose  nella chiesa del nostro tempo?  Sicuramente ad essere lievito buono nella pasta del mondo. Sentendo le testimonianze che ho ascoltato con commozione in questa festa della Vita consacrata, viene in evidenza la gioia di essere vicini al Signore, la capacita' di stare accanto alla gente e lo stile del distacco evangelico dalle cose per essere liberi interiormente. Non pensare a se' stessi ma aprirsi a Dio e agli altri per costruire il Suo Regno.


 Insieme, nella vita consacrata, possiamo accendere il desiderio di Dio nelle persone se siamo noi pieni del Suo Amore. Il Cardinale Bagnasco ci ha chiesto di incendiare Genova con l'Amore del Vangelo. Ci ha detto che siamo ancora una grande forza. Allora ci sentiamo chiamati a guardare in alto e ad affascinare le anime delle cose belle dello spirito.  

FESTA DELLA VITA CONSACRATA A GENOVA IN CATTEDRALE

Oggi per i religiosi è stata una occasione di incontro e di gioiosa riflessione. Ci siamo trovati in tanti col cardinale per pregare insieme. Oggi anche festa della luce, festa della candelora, festa della vita, festa della gioia. I consacrati sono gioiosi. Lo hanno dimostrato coi canti liturgici, con le preghiere vive e concrete, con il salutarsi cordialmente e con il conoscersi più in profondità. E' veramente un anno speciale, questo voluto dal papa, per celebrare la bellezza dei carismi delle svariate congregazioni. Crediamo anche ad un risveglio della vita dei consacrati per infuocare il mondo dell'Amore di Cristo.

domenica 1 febbraio 2015

“Festa delle luci“

Le origini cristiane della festa della Candelora

Il 2 febbraio si celebra la festa della presentazione di Gesù al Tempio, "luce delle genti". L'antico rito della processione delle candele (da cui il termine "candelora") ha reso questa "festa della luce" molto popolare.
Candelora Festa della luceIl 2 febbraio la Chiesa Cattolica celebra la Festa della Presentazione di Gesù, anche detta “Festa delle luci“. Quaranta giorni dopo il Natale, infatti, Gesù fu condotto da Maria e Giuseppe al Tempio, sia per adempiere quanto prescritto dalla legge mosaica, sia soprattutto per incontrare il suo popolo credente ed esultante. Al Tempio Maria e Giuseppe incontrano Simeone e Anna. Simeone, nel suo celebre “Cantico” riportato dal Vangelo di Luca, definisce Gesù “luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo Israele” (cfr Lc 2,30-32).
Da qui, la festa del 2 febbraio assume il senso di “festa della luce” ed è tradizionalmente celebrata con il rito della processione e benedizione delle candele (da cui il termine “candelora”).
Secondo la liturgia Cattolica, la formula prevista per l’annuncio della processione e benedizione delle candele è la seguente:
Il Signore nostro Dio verrà con potenza,
e illuminerà il suo popolo. Alleluia.
Fratelli carissimi, sono passati quaranta giorni dalla solennità del Natale.
Anche oggi la Chiesa è in festa, celebrando il giorno in cui Maria e Giuseppe presentarono Gesù al tempio.
Con quel rito il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede.
Guidati dallo Spirito Santo, vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna; illuminati dallo stesso Spirito riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza.
Anche noi qui riuniti dallo Spirito Santo andiamo incontro al Cristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo nello spezzare il pane, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria.
La “Festa delle luci” ebbe origine in Oriente con il nome di ‘Ipapante’, cioè ‘Incontro’.
La prima testimonianza storicamente accertata di questa festa si ha nel secolo IV a Gerusalemme.
Una importante e antica testimonianza di questa festa ci è data da Egeria (scrittrice romana del IV-V secolo) nel suo Itinerarium Egeriae (in cui descrive un viaggio nei luoghi della cristianità). Egeria ci parla di un certo “rito del Lucernare” così descrivendolo: “Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima” (Itinerarium 24, 4).
Questo rito del lucernare pare essere una evoluzione dell’antica festa romana dei Lupercali, che si celebrava proprio verso metà febbraio.
A partire dal VI secolo la festa della Candelora si estese anche in Occidente: a Roma con carattere più penitenziale e in Gallia con carattere più festoso, grazie alla processione delle candele (candelora).
Fino alla recente riforma del calendario liturgico, tuttavia, questa festa si chiamava “festa della Purificazione della SS. Vergine Maria“, poichè si poneva l’accento sulla tradizione ebraica secondo la quale una donna era considerata “impura” (nel senso liturgico del tempo) per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva pertanto recarsi al Tempio per purificarsi.
La festa della presentazione del Signore chiude il periodo delle celebrazioni natalizie e apre il cammino verso la Pasqua.
Presentazione di Gesù al Tempio

Momento importante vissuto insieme.

Oggi, veglia di preghiera in preparazione alla giornata mondiale della vita consacrata nella comunita' dei Padri Somaschi dell'Emiliani di Nervi.
Presenti alcuni giovani, molte suore e pochi Sacerdoti. L'esperienza vissuta insieme ci ha dato la possibilita' di conoscerci, dirci che e' bello essere amati da un Dio che ci predilige e adorare insieme il Padre con canti, preghiere spontanee ed un intimo  e profondo rapporto con Lui. 
Ci siamo dati l'appuntamento per domani in cattedrale per la grande festa col Cardinale di Genova. 
Auguri ai preziosi consacrati che toccano il cielo con un dito in quanto vivono gia' di qua in piccolo, quello che vivremo nell'al di la'.

I carismi nella chiesa sono tutti belli come ogni fiore e' bello

Ce la fara' a spostarla di lochi millietri?