Normalmente
alla domenica mattina celebro 3 SS. Messe in tre paesi diversi sul pendio delle
montagne della Mirdita in Albania. Sono parroco in una zona che comunica con la
strada del Kosovo a circa 60 Km dal confine. Tornando a casa nel primo
pomeriggio vedo che dalle pareti della montagna si sono staccati dei pezzi
vistosi di roccia e sono sparpagliati sulla strada. A prima vista mi spavento.
Rallento di brusco per non farmi tagliare le gomme da quei ciottoloni
pericolosi e zigzagando riesco a scansarli tutti. Poi mi dico: “Sono stato
aiutato dal cielo per non aver preso neppure un pezzo di roccia tagliente che mi avrebbe danneggiato sicuramente le gomme”. Procedo lentamente
per scansare altre sorprese. Incontro una macchina ferma sul ciglio della strada.
Due donne chiedono aiuto. A loro non è andata bene. Hanno una ruota scoppiata.
La targa è vistosamente Kosovara. Giovalin è un catechista che mi accompagna e
mi fa da interprete. Subito mi dice che sono mussulmane e dovremmo aiutarle. Ci fermiamo e assicuriamo loro che possiamo trovare una soluzione al loro problema. Siamo in ritardo ma sento che in quel momento conta di più essere lì per risolvere il guaio di quelle due donne smarrite, mamma e figlia che stavano andando a Tirana.
L’idea di chiamare un carro attrezzi è da scartare
perché non ce ne sono in zona e poi sono troppo costosi e approfittano delle
emergenze altrui. Facciamo capire che nel loro bagagliaio al fondo, c’è la
ruota di scorta. Ma ma il bagagliaio è pieno stipato. Pian piano scaricano tutta la roba e le
aiutiamo con delicatezza a metterla sul ciglio della strada. Mi metto a
studiare il modello del Krik mai visto prima… troppo complicato e difficile per
poterlo usare. Prendo il mio e riesco a sollevare la loro auto per smontare la
ruota bucata. Intanto le due donne dopo un primo momento di smarrimento e di
diffidenza ci dimostrano una fiduciosa riconoscenza. Il mio amico catechista,
mentre io manovro per svitare i 6 bulloni spiega loro che io sono un prete
cattolico e che stiamo tornando dalla Messa celebrata in quei villaggi intorno.
Loro si stupiscono e meravigliate spiegano che i loro capi religiosi (i
Mugiaidin?) non farebbero mai un lavoro simile. Si ferma anche un'altra auto ed un giovane completa l'operazione mettendo il ruotino
e la macchina è pronta. Possimao ripartire. Il saluto delle due donne è cordialissimo. Il loro
sorriso riconoscente ci gratifica. Ripartiamo prima di loro. Il mio amico mi
dice che abbiamo fatto un gesto bellissimo che le due donne mussulmane
racconteranno certamente ai loro familiari ed amici. Io spiego a Giovalin che
abbiamo incontrato il Signore in quelle due donne, anche se di religione diversa. Gli
dico che sono molto contento. Anche lui mi dice di sentire una gioia grande
inaspettata.
Siamo consapevoli che, con i piccoli gesti nel dare la vita al prossimo si
cambia il mondo.
commovente...
RispondiEliminaGrazie di questa storia "Samaritano 2013"...
RispondiEliminavorrei scriverti direttamente.
Auguri per tutto quello che fai.
A presto,
Tanino
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