sabato 26 febbraio 2011

HO CAMMINATO NEL MIO RAGGIO DI LUCE

In questa giornata il mio assillo è stato quello di capire, cercare, conoscere, attivare la consapevolezza di fare quello che Dio vuole da me.
Essendo molto difficile ho provato con il metodo dell'attimo presente. Viaggiando ero in una pace profonda perchè facevo bene quello che stavo facendo ed anche gli altri tre che viaggiavano con me erano contenti.
Fare solennemente la Volontà di Dio è impegnativo perchè devo camminare sempre nel raggio di sole che Dio ha stabilito per me. Infatti Dio è come il Sole e noi siamo i suoi raggi.
Camminare nella Sua Luce ed essere certi che andiamo verso di Lui.
Pensavo che i raggi di sole, più si avvicinano al sole e più sono vicini tra di loro. Così è per me e per quelli che accanto a me vivono per Dio. Più andiamo verso di Lui e più siamo vicini tra di noi fino a diventare tutti insieme il Sole.
Dal dentista ho aspettato 20 minuti. Nel frattempo mi studiavo alcuni nomi tratti dal vocabolario. L'impiegata dopo aver risposto brevemente ad una telefonata, esce dallo studio dentistico, rientra dopo trenta secondi con un barista che sa l'italiano, il quale mi comunica che il dentista non viene e mi da l'appuntamento per domani. Ho fatto il salto nel mio raggio di sole e mi sono rimesso nella Volontà di Dio senza innervosismi. Anzi sono tornato a casa frettolosamente per rendermi utile.

martedì 22 febbraio 2011

QUELLO SGUARDO MI E' RIMASTO IMPRESSO


  La scora domenica sono riuscito a fare una passeggiata nella zona dove nei giorni feriali si tiene il mercato oltre il fiume Fan di Rreshen. La zona era deserta.Le serrande abbassate.Un silenzio insolito.
 In quella zona non avevo mai visto tanta sporcizia, forse attirato dai prodotti delle bancarelle, che invadono anche i marciapiedi. L'esposizione è alla buona, molto povera, ma originale, ed attira la curiosità.
 Un ragazzo, solo e dallo sguardo molto triste mi seguiva con la sua bicicletta. Era abbandonato a sè stesso. Io lo osservavo. Cosa potevo dirgli? Quello sguardo mi è rimasto impresso. La sua bici era senza copertoni. Le scarpe rotte e slegate malproteggevano i suoi piedi.
 Non potevo fare nulla per lui. Non avevo neppure il vocabolarietto con me per provare a dirgli qualche parola.  Dopo avergli fatto le foto, mi sembrava incuriosito nei miei confronti ed un pò più rasserenato.Tornando a casa pensavo molto alla sua vita. Mi chiedevo cosa avrebbe fatto al mio posto S. Girolamo, il santo fondatore dei padri somaschi che raccoglieva i ragazzi abbandonati. Forse mai nessuno si è interessato a lui. Forse non va neppure a scuola. Spero di poterlo rincontrare per diventare suo amico.



venerdì 18 febbraio 2011

VIAGGIO NELL'ALBANIA DAL COMUNISMO AL FUTURO:cosa ne pensa un'insegnante

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i nuovi governanti dell’Albania, i comunisti del Partito Comunsita Albanese diretto da Enver Hoxha, hanno ereditato un paese estremamente povero, perseguitato dall’ analfabetismo, ancora sotto il dominio delle vendette tribali, le malattie epidemiche e la mancanza di infrastrutture civili distrutte dalla guerra. Per eliminare tutto questo i comunisti hanno intrappreso un programma radicale che mirava all’indipendenza sociale ed economica dell’Albania.
Il primo atto del gorverno comunista era quello della riforma agricola senza compromessi. Le terre e le proprietà dei ricchi albanesi furono  confiscate dallo stato e distribuite in piccole parcelle ai poveri contadini che non avevano un pezzo di terra, i quali fino allora avevano lavorato  nei campi dei ricchi. Questo atto ha fatto distruggere la classe feudale in Albania. Per di più, il governo aveva statalizzato l’industria, le banke, e tutto il capitale del mercato nazionale e straniero nel paese. Poco tempo dopo la riforma agricola cominciò la collettivizzazione della terra, un processo che durò fino al  1967. Così, la classe contadina perdette la propria terra che lo stesso regime aveva dato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il socialismo sotto la guida di Enver Hoxha si estense anche nelle zone più montagnose e di seguito distrusse il vecchio codice tradizionale del Kanun, i legami  tribali e la struttura patriarcale della famiglia.
Per assicurare i mezzi finanziari e tecnologici, si come anche i finanziamenti militari e politici, l’Albania aderi’ alla lega comunista con la Yugoslavia (1944-48), poi si alleò con l’Unione Sovietica (1948-61) e la Cina (1961-78). Economicamente, l’Albania  aveva tratto profitto  da queste alleanze. Centinaia di millioni di dollari furono investiti nell’ industria e nei mezzi di produzione. Centinai di consulenti e specialisti  vennero in Albania  controllare  lo sviluppo economico. Così, la popolazione albanese uscì dai tempi difficili e poteva avere uno stato piu alto di vita.
L’andamento politico presto deluse  Hoxha che si staccò dai suoi alleati comunisti, accusandoli di avere abbandonato la tradizione ideologica proletaria e di essersi addolciti con l’Occidente capitalistico. Isolato dall’ Occidente e dall’ Oriente insieme, l’Albania adottò uno stile socialista rigoroso, costruito “con le proprie forze”, vantandosi così di essere divenuto  l’unico paese stalinista in tutto il blocco comunista.
Il programma enveriano per la modernisazzione e la trasformazione dell’Albania da un paese arretrato in una società industriale avanzata aveva avuto un successo straordinario, e per davvero, in circa 40 anni l’ Albania avanzò molto nello sviluppo dell’ agricoltura, dell’industria, dell’educazione e dell’ arte e cultura.
M a ci fu il grave  fatto dell’oppressione politica che oscurò questi successi nazionali. In contraddizione con gli atti della Costituzione albanese il governo di Hoxha fu caratterizzato dalla persecuzione poliziesca conosciuta come “Sigurimi”(la famigerata “Sicurezza dello Stato” in Albania sotto il regime comunista). Il governo usò questa istituzione per perseguitare ogni opinione diversa e contraria al partito comunista, uccidendo oppure imprigionando migliaia e migliaia di persone, comuniste e non, diventando così il più severo regime comunista in Europa. Tutti quelli che criticavano il Partito e i dirigenti dello stato nel loro agire, sia culturale, che materiale, venivano sospesi dal lavoro, imprigionati  nei campi del lavoro forzato, o peggio ancora, venivano ammazzati. Il viaggio fuori dall’ Albania era proibito per tutti tranne che per quelli che dovevano andare per lavoro , sponsorizzati dallo stato. Nel 1967 la pratica religiosa della popolazione fu eliminata, perchè il governo vedeva la fede come una istituzione feudale medioevale che impediva l’unione e il progresso nazionale. Le chiese furono chiuse tutte e in molti casi, distrutte, o usate per attività del partito e per i giovani. Si salvarono soltanto quelle che consituivano il patrimonio culturale come la Moschea di Ethem Beut nel centro di Tirana, o alcune piccole chiese e monasteri nel sud dell’Albania. Tanti  preti e religiosi albanesi furono  imprigionati o assassinati dal regime.
Il progresso dell’Albania verso le riforme democratiche hanno reso possibile la sua partecipazione alla Conferenza per la Sicurezza e la Collaborazione in Europa.
Questo inserimento  ha portato la fine dell’ isolamento macabro dell’Albania.Così ora l’Albania e ormai integrata con le istituzioni  dell’Occidente, e con l’attuale sviluppo economico e industriale incipiente, anche se  con fatica,  gli Albanesi si sentono di potere correre verso l’ingresso tra i paesi dell’Europa Unita. Prof. Donika













mercoledì 16 febbraio 2011

UNA PASSEGGIATA SULLE COLLINE DI RRESHEN -ALBANIA-

 E' stata una vera occasione di relax e di vita all'aperto la gita coi ragazzi del nostro centro. La giornata quasi primeverile ci ha permesso di correre sui prati,e fiancheggiare il fiume Fan. Camminando con loro in modo distensivo ho potuto conoscere meglio i loro caratteri e il loro modo di fare e di comportarsi, il loro senso di libertà e gli interessi della loro vita giovanile. Hanno tante possibilità ma sono spesso bloccati.
 Koll,(qui a sinistra)nel suo villaggio passa l'estate vivendo solo in montagna con le sue caprette, ed ora sta ricuperando quella capacità di relazionarsi con gli altri, superando il suo istinto di chiusura; qui con noi si trova bene, si fa aiutare ed è felice.

I più spavaldi provano a cimentarsi con gli ostacoli per vedere la padronanza di sè e confrontarsi con gli altri, nello sviluppo delle loro capacità. E' l'età in cui  
cercano di sentirsi protagonosti...Badhok mi dice spesso che lui si sente un campione in tutto...e scherzando lo ridimensiono dicendogli che per ora è solo mezzo campione e lui è contento.
Con loro faccio l'esperienza di ricominciare ogni giorno da capo per adeguarmi alle loro fragilità e risollevarli dai loro grossi limiti. Un alunno diceva che ha scritto di più nella nostra scuola, in tre mesi, che non in 9 anni nelle scuole del suo paese.

sabato 12 febbraio 2011

HO INCONTRATO UN UOMO SERENO E CONTENTO

Ho conosciuto il ciabattino di Rreshen di nome Martino. Lavora all'aperto nella piazzetta antistante la sua casa. E' un omone coi baffi ma ha un cuore sensibile e fine.

La sua casa è molto povera ma ha l'occorrente per vivere del suo lavoro dignitosamente.
Per una riparazione con cucitura chiede poco, 200 leke (circa 1,50 Euro) e subito ti fa il lavoro come desideri sia fatto. E' un uomo sereno e contento e ti manifesta la sua delicata cortesia. Avendo oggi meditato sulla preminenza della carità, ho capito meglio da lui come servire il prossimo.
In questo periodo, mi sto  introducendo nelle realtà della mia nuova missione albanese. Sto imparando le grandi cose del Vangelo  dai poveri e dagli umili. Ho capito come inculturarmi, accettando tutto il positivo che già c'è anche qui, e dando il mio contributo di una vita vissuta in una realtà più evoluta quale è la nostra italiana.

Fin da ragazzo avevo letto che S. Martino aveva incontrato per fede Gesù ed avendo donato ad un povero metà del suo mantello, di notte in sogno, in un fascio di luce vide Gesù che sorridendo gli deceva:"Martino, quel povero che hai aiutato, ero Io". Oggi anche io, servendo il mio confratello ammalato, ho sentito che incontravo per fede, come S. Martino, Gesù stesso.

giovedì 10 febbraio 2011

un ideale che non crolla

...Ma ci sarà un ideale che non crolla? Mi chiedevo spesso nella vita. Anche oggi me lo son chiesto davanti a questa chiesetta di montagna.
Sì, c'è: è Dio.
Non un Dio lontano, al di là del cielo. Lui c'è ed è vicino a tutti.
Lui guida gli avvenimenti e tutte le circostanze sono guidate dal Suo Amore. Lo trovo dappertutto.
Dio è amore. E' una scoperta straordinaria.
Lo sento vicino. Lui c'è.
Mi ama immensamente.
E io, che devo fare?
Credere nel Suo Amore, credere che anche se le cose sembrano andar male, c'è un motivo d'amore, c'è un perché d'amore, c'è un disegno di Dio su tutto. Tutto si trasforma in Bene per chi è amato da Dio e ama Dio. E Dio ama tutti.
Credere nel Suo Amore anche quando intorno c'è buio.
Credere nel Suo Amore anche se il gelo mi attanaglia.
Credere nel Suo Amore anche quando le chiese sono chiuse e vuote. E quando faccio delle esperienze positive in cui scopro l'Amore di Dio per me,  provo a diffondere questa cultura dell'Amore.
Solo così, pian piano, costruisco la civiltà dell'Amore.

martedì 8 febbraio 2011

UNA PATERNITA' CHE TRASMETTE AFFETTO E SICUREZZA

In questa giornata di festa in onore di S. Girolamo Emiliani, mi sono trovato a rivivere in alcuni momenti l'esperienza che aveva vissuto lui accanto ai suoi ragazzi. Ho sentito che la mia missione qui in Albania mi porta a rivivere la "Paternità" di Girolamo verso i ragazzi che incontro, che animo, i quali sono affidati a noi Padri Somaschi perchè li posssiamo preparare al loro futuro. Erald, uno dei nostri ragazzi che parla  l'italiano, poco fa mi raccontava come era felice per questa giornata perchè gli era piaciuto l'incontro di questa mattina con tutta la scuola per approfondire la vita e la figura di Girolamo e la Messa dedicata al Santo coi canti in cattedrale. Anche io ho sperimentato che, come faceva S. Girolamo, posso  trasmettere il dono dell'Amore di Dio. Oggi ho ripensato a questo quadro di Dina Pala di Terralba che ho rivisto a S. Anna qualche tempo fa e che  esprime l'attenzione  e la tenerezza di S. Girolamo per la gioventù. Lo sguardo di S. Girolamo trasmette fiducia e la sua mano posata sulla spalla di un ragazzo esprime affetto e sicurezza.

      Anche questo quadro della Madonna degli orfani che aveva liberato S. Girolamo dalla prigionia e dalle catene del peccato è di Dina Pala e si trova in questa bellissima chiesa di S. ANNA -OR-e assieme al primo  sono stati collocati al fondo della chiesa e per gli abitanti  sono un punto di riferimento per ispirarsi al carisma dei Padri Somaschi che hanno operato per molti anni in mezzo a loro.



sabato 5 febbraio 2011

FESTA IN TUTTO IL MONDO DI SAN GIROLAMO EMILIANI




I Padri Somaschi celebrano la festa di S. Girolamo Emiliani, loro Fondatore, l'8 febbraio di ogni anno.Ma chi era questo santo dallo sguardo penetrante e dall'aspetto sicuro? Era un nobile della famiglia dei Miani nato a Venezia nel 1486. Coraggioso capitano della repubblica, a Quero fu fatto prigioniero e liberato dalla Vergine Maria. Sperimentando che tutto passava in questa vita, volle aggrapparsi alla roccia del Vangelo, si convertì e si mise a servire i poveri, i malati e gli orfani.


Parte da Venezia nel 1532, dopo aver fondato i primi orfanotrofi con scuole per insegnare a leggere e scrivere. Arriva a Somasca sopra Lecco e lì stabilizza la casa madre.

Lo seguono presto circa 300 amici con cui inizia la compagnia dei servi dei poveri che poi diventano i Padri di Somasca che continuano la sua opera in circa 20 nazioni del mondo.


Morendo l'8 febbraio del 1537 lasciò a tutti noi il suo Testamento in quattro punti: Seguite la Via del Crocifisso. Disprezzate il mondo.
Amatevi l'un l'altro.
Servite i poveri.
Oggi circa 500 Padri Somaschi vivono la sua spiritualità con la collaborazione di migliaia di laici impegnati come Lui, laico, a ridare gioia, aiutando con Amore tanti ragazzi in difficoltà.

venerdì 4 febbraio 2011

BILANCIO SCOLASTICO PER I NOSTRI RAGAZZI DI RRESHEN

Oggi abbiamo consegnato le pagelle del primo semestre ai nostri alunni.Il clima psicologioco era gioioso, ma molti alunni che hanno la pagella disastrata dovranno venire a ritirarla coi genitori per coinvolgere maggiormente la famiglia.

Qui il bilancio di fine semestre si fa davanti a tutti gli alunni della scuola con tutti i professori e coi genitori insieme. Si parla dell'andamento dell'intera classe e dell'impegno di ogni singolo alunno. Io con Gjergj, per l'italiano in due classi, abbiamo detto che una classe è molto entasiasta, impara bene, partecipa attivamente e quasi tutti gli alunni sono dei locomotori,mentre l'altra classe fa molto fatica. Gli alunni non partecipano e non si emulano a vicenda. Abbiamo dato comunque un voto di fiducia a tutti per stimolarli puntando a sviluppare il  positivo che c'è in loro.

 Anche le ragazze del corso informatico sono impegnate perchè sanno che per trovare il lavoro (=puna) devono superare una selezione terribile perchè anche qui come in Europa e nel mondo c'è la famosa crisi economica e lo sviluppo imprenditoriale in Albania deve ancora iniziare. Comunque la nostra scuola è seria e prepara bene anche sotto l'aspetto morale.

mercoledì 2 febbraio 2011

LA FESTA DELLA LUCE PER I CONSACRATI.

In questo convento molto armonioso, attorniato da vecchi ulivi, oggi abbiamo celebrato la festa della vita consacrata.Eravamo 15 religiosi e 60 suore sopra Leshe-Albania.
Coi ceri in mano durante la processine e la liturgia, abbiamo chiesto al Signore di essere luce per il mondo di oggi, consapevoli che abbiamo la Missione di riportare Dio in questa società albanese che Lo cerca, ma è immersa nel secolarismo e nel materialismo.Mi ha colpito la gioia sul volto di tante suore giovani... sono veramente luce per chi le incontra.