venerdì 27 aprile 2012

HA RAGGIUNTO IL SOLE

 
Una notizia improvvisa questa mattina. E' partita per il cielo zia Onorina. Così si chiamava sr. Lucia prima che si facesse suora. In fretta ha raggiunto il Sole, di buon mattino.
Ci eravamo sentiti ancora qualche giorno fa per telefono. Ora le posso parlare senza trasmettitori nè antenne. Lei mi sente e mi è vicina in qualsiasi momento e ovunque.

Ha vissuto per questa ora del suo incontro con Chi ha amato tutta la vita. Aveva un cuore capace di Amare: un cuore grande, semplice e generoso. La ricordo negli anni che era in attività: sempre solare, gioiosa, conciliante e fiduciosa negli altri. Ha realizzato in pienezza la sua vita riuscendo ad amare nelle piccole cose e facendo della sua vita un contuinuo servizio agli altri. Ha sfruttato i suoi talenti di infermiera per agevolare che soffriva. Era umile. Non faceva vedere le sue buone qualità. Curava i particolari con delicatezza, sempre ispirata dall'Amore vero.

 Aveva scelto la strada migliore fin da piccola: quella di amare Dio totalmente e far felici gli altri in ogni momento. Per sè non chiedeva mai nulla. Aveva sempre dei dolcetti che le davano e li offriva per creare la gioia dello stare insieme. Molto discreta e riservata, notava con il suo sguardo attento le necessità degli altri. Era proiettata fuori da sè stessa per entrare nella vita di chi ascoltava. Condivideva le difficoltà ed i probblemi degli altri.  
Molto allegra con le persone, sempre rispettata da tutti e ben voluta da subito da chiunque la incontrasse. Era l'angelo della notte per tanti anni per le consorelle inferme e sofferenti. Non era mai stanca e con lo sguardo sereno e luminoso sapeva infondere gioia agli altri. Come si vive, si muore, dice la gente. Lei è vissuta serenamente ed è partita serenamente. Ora ci guarda e ci sorride dal cielo.

sabato 21 aprile 2012

PUNTI FORTI DELLA VITA IN MISSIONE

Mi è venuto il desiderio di capire meglio gli obiettivi della vita in missione secondo i principi del Vangelo e delle Regole dei Padri Somaschi. Mi chiedo spesso:"Cosa trovo di particolare in missione"?  Nella missione ci sono molte avventure e tanta precarietà di vita. Nell'evangelizzazione poi, ci sono maggiori disagi e incertezze ma si cresce nella convinzione che il donarsi agli altri, il mettersi a totale servizio delle persone con tutte le capacità, il tempo e le energie, porti frutti. Una prova dura è accettare di non potersi esprimere adeguatamente con la lingua straniera, che mai sarà posseduta alla perfezione. Inoltre c'è da adattarsi al cibo, al clima, alle differenze dei modi di pensare e di vivere, a tener conto della cultura e delle tradizioni, degli usi e costumi locali, e con forza cerchi di distaccarti dalle persone della tua terra, che hai lasciato. Ma tutto si supera.
Ho capito in questi mesi che, dopo qualche tempo che la gente ti ha studiato, incomincia a familiarizzare e a darti fiducia nel tuo operare. A volte però tu percepisci un certo senso di inadeguatezza, la paura di non farcela, la sfiducia in te stesso, la stanchezza. Davanti alle urgenti necessità dell'evangelizzazione ci si può sentire non del tutto sicuri di intervenire correttamente. La gente non è costante e vedi venire meno le persone che avevano fatto dei passi nella fede. Sembra che Dio ti chieda di pagare un duro contributo per la salvezza delle anime. In missione non c'è bisogno di inventarti le penitenze, o cercare i digiuni... basta che accetti di buon grado i disagi e continui a sorridere nei momenti difficili. 
Qui in Albania si usano spesso le parole: "Durim, durim, ska problem, se bashku" che significano:"Pazienza, pazienza, non c'è problema, insieme...", per incoraggiarci ad andare avanti con gli altri.
L’efficacia del servizio missionario, sento che lo si puo'  raggiungere  nel momento dell’impotenza, quando non puoi fare altro che assumere il negativo che c'è intorno, aggrappandoti alla croce di Dio e continuando ad aiutare ogni prossimo che incontri. La vita in missione è paragonabile al "tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi» (2 Cor 4,7). Mi pice inoltre la frase:«Quando sono debole, è allora che sono forte» (2 Cor 12,10). «Tutto posso in Colui che mi dà forza» (Fil 4,13). E S. Paolo dice ancora: "Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati..."
Ci sono i momenti di confronto con la comunità religiosa che ti appianano la salita. Gli incontri di programmazione e di verifica del nostro operare ci danno sicurezza nel fare il servizio secondo le nostre Regole. La preghiera coi confratelli, scandita dai momenti comunitari è un sostegno ed un forte aiuto nel cammino verso la santità. Anche la correzione fraterna ed il saperci perdonare 70x7, ci rimette in sesto nei momenti di sbandamento. Ma ci vuole umiltà. Molta direi.
 Spesso mi chiedo perchè sono qui in missione. Qualche volta mi ripeto per Chi e perchè faccio le cose o celebro i Sacramenti e la S. Messa o sto coi ragazzi oppure vado ad incontrare la gente...Mi chiedo a volte se ho fede e se continuo a sentire la vicinanza di Dio. Chissà se ci saranno missionari partiti con slancio per portare la fede, e poi si possono trovare senza fede.
 La scelta dei poveri è una priorità che caratterizza la missione, perchè qui i poveri vivono più facilmente con noi e noi con loro... Gesù si identifica con chiunque è nel bisogno, sia esso affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere. Un punto importante è quello di non perdere l'occasione che, chiunque incontro, non mi passi accanto invano, perchè:"Tutto ciò che avremo fatto a qualsiasi persona l'avremo fatto a Lui" (Mt 25, 31-46).

sabato 14 aprile 2012

LA GENTE DEL KOSSOVO CI E' RIMASTA NEL CUORE



Era da un pò di tempo che desideravo andare in Kossovo. L'autostrada costruita appena tre anni fa dalle forze NATO, è spettacolare. 100 Km di piacevole viaggio con la vista di un paesaggio del tutto montagnoso per arrivare al confine tra Albania e Kosovo.

Colgo l'occasione per accompagnare tre amici giunti dalla Germania nella mia comunità per godermi con loro questo viaggio. Herbert, Christine ed Heidi sono persone meravigliose ed operano nel sociale. Sono anche loro intenzionate a studiare i miglioramenti sociali di questi stati dei Balcani.Passiamo con molta curiosità il confine. Transita anche una colonna di mezzi dell'esercito italiano in servizio. Al controllo dei passaporti ci sbrighiamo in fretta ed eccoci nel Kossovo. La primavera è già arrivata da qualche giorno e i fiori abbelliscono il paesaggio accogliente. Arriviamo alla prima cittadina a pochi Km dal confine. Prati verdi, case belle, strade ben curate e la gente disinvolta e serena. Ma quante sofferenze per guadagnarsi la libertà dai Serbi che sempre vorrebbero occupare il loro territorio. Passiamo accanto  all'enorme quartiere generale dell'esercito tedesco e ci rendiamo conto della precarietà della pace, sempre da costruire e custodire.

Le moschee dominano con imponenza e sono numerose. Nella lunga passeggiata riusciamo anche a scorgere una chiesa ortodossa e la cattedrale cattolica, molto antica e sede episcopale anche se il vescovo si è trasferito a Pristina, nella capitale.
Nel tardo pomeriggio scorgiamo frotte di ragazzi separati dalle ragazze per lo più in divisa che escono da scuola. Sono chiassosi e allegri come tutti i giovani del mondo. Un gruppo di ragazzine sono divertite alla vista di noi stranieri.I negozzi sono belli e le vetrine ben curate. Tanti manichini e abiti per tutti.
 
Al tramonto passeggiamo lungo il fiume. Il clima è buono. Le luci decorano la cittadina.  Sulla collina domina il vecchio castello testimone di tanti combattimenti. Ma ora è tornata la vita spensierata e attiva. Ci sediamo davanti a un bar a consumare una bevanda. Per tutti birra, anche se non è speciale come quella tedesca. Ma la gente del Kossovo ci è rimasta nel cuore.

venerdì 6 aprile 2012

VENERDI' SANTO: CAPISCO MEGLIO IL VERO AMORE

Oggi è un giorno in cui  guardiamo in modo speciale a Gesù in croce; anche io sento il desiderio di immedesimarmi in Lui, di conformarmi a Lui. Mi rendo conto che Lui " è la tenebra, la malinconia, il contrasto, la figura di tutto ciò che è strano". Lui appare inutile, scartato... sembra il più grande "fallito" della storia, Lui il Dio fatto uomo come noi... l'Uomo dei dolori! Sospeso tra cielo e terra. Capisco oggi, sostando davanti a Lui in croce come Lui  abbia già  vissuto tutte le prove, le difficoltà, le sofferenze mie e degli uomini di ogni tempo. Vedo Lui Crocifisso in ogni persona sofferente. Quanti drammi, solitudini, difficoltà nel mondo di oggi. Si pensa a stare bene e si è tristi. 
 Scruto il Suo volto nel volto delle persone  sofferenti, tristi, deluse, incapaci di sorridere alla vita.
Quanto è difficile scoprire che il dolore è Amore!... "è troppo grande da capire, il Dolore offerto per Amore", dice un canto! Lui Crocifisso è il senza luce, perchè alle ore tre ... "si fece buio" sul Golgota, dice il Vangelo. Colui che disse:"Ci sia la Luce...e la Luce fu" è ora nel buio e la natura si oscura col suo Creatore
Gesù vive in un  abbandono e desolazione spirituale talmente incomprensibili per Lui e per noi da far si che Egli gridi sulla croce: " Perchè?" Mi rendo conto oggi come il Suo buio illumina ogni giorno le mie oscurità e solo accettandole di buon grado io acquisto la Luce da trasmettere poi agli altri. Quanto vorrei, e glielo chiederò oggi andando ad adorarlo nel villaggio di Shpal,qui in Albania, quanto desidero  almeno un pò essere come Lui, il senza Luce, essere felice quando manca in me la Luce, perché allora divento come Lui: il senza Luce.
Dando il mio bacio a Lui, oggi nella liturgia dell'adorazione alla croce, sento di appassionarmi a Lui crocifisso, non per aumentare le mie luci, ma per essere felice quando esse mancano, per essere almeno un pò crocifisso con Lui, sapendo soffrire con Lui. 
      In questo periodo anche i paesaggi della natura mi sembrano consoni al mio vivere la settimana di Passione.    Mi piacciono moltoMi aiutano a riflettere. Mi danno quel respiro che mi inserisce nel divino.



  
 
Mi chiedo anche, davanti al crocifisso, se sono capace di sentirmi a volte imperfetto, perchè Lui si è sentito tale. Mi chiedo inoltre se so cogliere i disagi e i disguidi con animo equilibrato e sereno. Capisco che se supero con Lui i momenti difficili amando ogni miseria, ogni aridità, ogni prova, ogni croce, mia e degli altri, mi uniformo a Lui Crocifisso, mi identifico al suo morire che è vita,  perchè, come dice S. Paolo, "per me vivere è Cristo, ma ... Cristo Crocifisso". Qui è il segreto del vero Amore perchè Lui Crocifisso è il vero Amore.