venerdì 18 febbraio 2011

VIAGGIO NELL'ALBANIA DAL COMUNISMO AL FUTURO:cosa ne pensa un'insegnante

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i nuovi governanti dell’Albania, i comunisti del Partito Comunsita Albanese diretto da Enver Hoxha, hanno ereditato un paese estremamente povero, perseguitato dall’ analfabetismo, ancora sotto il dominio delle vendette tribali, le malattie epidemiche e la mancanza di infrastrutture civili distrutte dalla guerra. Per eliminare tutto questo i comunisti hanno intrappreso un programma radicale che mirava all’indipendenza sociale ed economica dell’Albania.
Il primo atto del gorverno comunista era quello della riforma agricola senza compromessi. Le terre e le proprietà dei ricchi albanesi furono  confiscate dallo stato e distribuite in piccole parcelle ai poveri contadini che non avevano un pezzo di terra, i quali fino allora avevano lavorato  nei campi dei ricchi. Questo atto ha fatto distruggere la classe feudale in Albania. Per di più, il governo aveva statalizzato l’industria, le banke, e tutto il capitale del mercato nazionale e straniero nel paese. Poco tempo dopo la riforma agricola cominciò la collettivizzazione della terra, un processo che durò fino al  1967. Così, la classe contadina perdette la propria terra che lo stesso regime aveva dato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il socialismo sotto la guida di Enver Hoxha si estense anche nelle zone più montagnose e di seguito distrusse il vecchio codice tradizionale del Kanun, i legami  tribali e la struttura patriarcale della famiglia.
Per assicurare i mezzi finanziari e tecnologici, si come anche i finanziamenti militari e politici, l’Albania aderi’ alla lega comunista con la Yugoslavia (1944-48), poi si alleò con l’Unione Sovietica (1948-61) e la Cina (1961-78). Economicamente, l’Albania  aveva tratto profitto  da queste alleanze. Centinaia di millioni di dollari furono investiti nell’ industria e nei mezzi di produzione. Centinai di consulenti e specialisti  vennero in Albania  controllare  lo sviluppo economico. Così, la popolazione albanese uscì dai tempi difficili e poteva avere uno stato piu alto di vita.
L’andamento politico presto deluse  Hoxha che si staccò dai suoi alleati comunisti, accusandoli di avere abbandonato la tradizione ideologica proletaria e di essersi addolciti con l’Occidente capitalistico. Isolato dall’ Occidente e dall’ Oriente insieme, l’Albania adottò uno stile socialista rigoroso, costruito “con le proprie forze”, vantandosi così di essere divenuto  l’unico paese stalinista in tutto il blocco comunista.
Il programma enveriano per la modernisazzione e la trasformazione dell’Albania da un paese arretrato in una società industriale avanzata aveva avuto un successo straordinario, e per davvero, in circa 40 anni l’ Albania avanzò molto nello sviluppo dell’ agricoltura, dell’industria, dell’educazione e dell’ arte e cultura.
M a ci fu il grave  fatto dell’oppressione politica che oscurò questi successi nazionali. In contraddizione con gli atti della Costituzione albanese il governo di Hoxha fu caratterizzato dalla persecuzione poliziesca conosciuta come “Sigurimi”(la famigerata “Sicurezza dello Stato” in Albania sotto il regime comunista). Il governo usò questa istituzione per perseguitare ogni opinione diversa e contraria al partito comunista, uccidendo oppure imprigionando migliaia e migliaia di persone, comuniste e non, diventando così il più severo regime comunista in Europa. Tutti quelli che criticavano il Partito e i dirigenti dello stato nel loro agire, sia culturale, che materiale, venivano sospesi dal lavoro, imprigionati  nei campi del lavoro forzato, o peggio ancora, venivano ammazzati. Il viaggio fuori dall’ Albania era proibito per tutti tranne che per quelli che dovevano andare per lavoro , sponsorizzati dallo stato. Nel 1967 la pratica religiosa della popolazione fu eliminata, perchè il governo vedeva la fede come una istituzione feudale medioevale che impediva l’unione e il progresso nazionale. Le chiese furono chiuse tutte e in molti casi, distrutte, o usate per attività del partito e per i giovani. Si salvarono soltanto quelle che consituivano il patrimonio culturale come la Moschea di Ethem Beut nel centro di Tirana, o alcune piccole chiese e monasteri nel sud dell’Albania. Tanti  preti e religiosi albanesi furono  imprigionati o assassinati dal regime.
Il progresso dell’Albania verso le riforme democratiche hanno reso possibile la sua partecipazione alla Conferenza per la Sicurezza e la Collaborazione in Europa.
Questo inserimento  ha portato la fine dell’ isolamento macabro dell’Albania.Così ora l’Albania e ormai integrata con le istituzioni  dell’Occidente, e con l’attuale sviluppo economico e industriale incipiente, anche se  con fatica,  gli Albanesi si sentono di potere correre verso l’ingresso tra i paesi dell’Europa Unita. Prof. Donika













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