lunedì 28 marzo 2011

VISITA DI AMICI ITALIANI.

La scorsa settimana ho avuto il piacere di rivedere alcuni amici di Torino che sono venuti in Albania invitati dal vescovo Mons. Massafra di Scutari, Nord-Albania, per presentare la S. Sindone .
La comitiva composta da 16 persone  dell'AMCOR, che dal 2000 offre un servizio di volontariato per presentare il prezioso lenzuolo della Sindone,ha organizzato le due grandi ostensioni del 2000 del 2010 sotto la guida di Mons. Giuseppe Ghiberti, incaricato dalla S. Sede .

Sono stato con loro una serata, partecipando al programma della proiezione-video della S. Sindone molto coinvolgente per la popolazione. Anche il momento della cena è stato un vivere in fraternità gioiosa ed ho potuto raccontare l'inizio della mia vita di missionario in una terra bellissima. 
 Il tempo della loro permanenza in Albania è stato breve.Una sola settimana.Non hanno potuto ammirare le bellezze naturali.
 Per questo desidero dedicare loro questi paesaggi perchè in futuro tornino a fare visita all'Albania e possano apprezzare la bellezza di questi posti.
In questo periodo di inizio primavera, si risveglia la natura che si riveste di verde e diventa variopinta di fiori. Il mare con le belle spiagge, i fiumi, i laghi, le colline e le montagne sono un dono del Creatore per ricreare noi creature.Questi posti meravigliosi ci invitano a programmare delle vacanze diverse in una terra come l'Albania, tutta da scoprire,con tariffe ancora economiche e facilmete raggiungibile.

sabato 26 marzo 2011

VITA ECONOMICA E SOCIALE IN ALBANIA

Sviluppo economico e sociale in Albania.
Chiunque  ha avuto l’occasione di venire in Albania, per lo meno due volte, subito dopo gli anni 90 e dopo il 2006, si rende conto dell’andamento economico e dello sviluppo sociale dell’Albania, dopo essere uscita dal regime dittatoriale,  che durò per quasi 50 anni.
L’Albania, un paese di agricoltori al nord e di pescatori al sud (la costa dell’ Adriatico che bagna l’Albania parte dal nord-ovest e finisce al sud-est), venne sottomessa ad uno dei peggiori regimi dittatoriali comunisti d’Europa, col capo Enver Hoxha, un erede di Marx, Engels, Lenin e Stalin. La proprietà privata fu cancellata e chi provò a contestare il raduno di proprietà (così venne chiamata dal regime la collettivizzazione) fu ucciso oppure arrestato con tutta la famiglia e condanato ai lavori forzati. Di conseguenza, per tutti gli anni del regime ognuno lavorava con uno stipendio bassissimo e senza nessuna possibilità di scelta, rovinando così anche la volontà dell’uomo,  non potendo egli fare niente di meglio o di diverso: si lavorava solo per avere un pezzo di pane per se stessi e per i figli.
Nel 1990, dopo un movimento degli studenti, fu distrutto il regime e a marzo del 1992 ci furono le prime elezioni pluraliste. Purtroppo, per aver subito tante umiliazioni dal regime, gli studenti e tanta gente che li sosteneva, distrussero anche quel poco che era stato costruito dallo stesso dittatore: fabbriche, musei, palazzi comunali e tanti altri edifici statali. L’Europa gioiva per un altro paese libero, quindi non mancarono gli aiuti da tante parti e in tanti modi . In quattro anni dopo la caduta si riuscì in Albania ad avere una vita sicura da parte dello Stato e la gente cominciò a pensare anche ad un lavoro proprio, ad una proprietà propria…
Bisogna sottolineare che un aiuto economico essenziale, che continua tutt’oggi, per la  vita delle famiglie in Albania è stato il lavoro dei figli o capifamiglia all’estero (Italia, Grecia, Germania, e altri paesi Europei o in Canada e Usa)
I terreni venivano presi in possesso da chiunque al semplice  ricordo dove i nonni, al tempo del Re prima del regime, avevano lavorato e vissuto…II resto, terreni aperti durante il regime, si prendeva da chi si “svegliava per primo” chiamandolo suo e  utilizzando anche  leggi che venivano fatte con l’idea di sistemare la faccenda, ma che quasi sempre ottenevano l’effetto contrario.   Ognuno apriva un negozio chiamato “chiosco” e senza nessuna registrazione nella maggior parte dei casi, vendeva quello che voleva, offriva qualsiasi servizio che piaceva. Cosi la parte economica.Tutto andava avanti bene così fino al 1997, quando scoppiò lo scandalo delle banche piramidali, e la gente, tutto quello che era riuscita a guadagnare,onestamente o illegalmente che sia, lo perse per colpa delle speculazioni bancarie. La reazione popolare fu violentissima e le folle, appoggiate dall’opposizione di allora, distrussero tutto quello che capitava sotto le mani, privato o statale che fosse, impugnando anche le armi. Fu una rivoluzione vera e propria.










venerdì 18 marzo 2011

UNA DOMENICA NEI VILLAGGI SUI BALCANI

Sono stato nella magnifica chiesa di OROSH-Albania, chiesa lasciata in piedi dal regime comunista perche' sperduta sui monti balcani e difficile da raggiungere.Era la mattina di domenica scorsa.Freddo secco, sole splendente,tanta quiete, poca gente nei dintorni.Il paesaggio bello indescrivibile.Quasi ancora selvaggio.

Il parroco mi spiegava che fino ai primi del novecento c'era un convento dietro l'apside della chiesa. Vivevano lassù l'abate coi suoi monaci che si dedicavano allo studio, alla preghiera e al lavoro dei campi. Dal fianco della chiesa abbaziale si poteva vedere in basso sul pendio della montagna la grande tenuta.

I monaci avevano realizzato delle immense terrazze facendo un lavoro manuale che durera' nei secoli. Esiste un unico edificio costruito nella tenuta agricola ed è la scuola che oggi funziona per i villaggi sparsi.Ma stranamente non si vedono case
e le strade sono praticate quasi solo dai pedoni,dagli animali e da qualche raro fuoristrada. Qui penso ci siano ancora molte aquile, simbolo della libertà del popolo albanese.Per la Messa domenicale sono arrivate per prime alcune donne anziane in costume caratteristico ed hanno iniziato a cantare il rosario.

Gli uomini,ancora separati nei banchi dalle donne, rispondevano con la cantilena, alla seconda parte dell'ave maria. Lo squillo del cellulare obbliga un bambino a uscire di corsa per rispondere alla chiamata. Dopo la S.Messa il catechismo per una ventina tra adulti e bambini che si preparano a ricevere il battesimo. Fuori il sole mitigava la freschezza dell'aria ed io potevo conteplare ancora il paesaggio, meditando sulle tentazioni di Gesù nel deserto. La seconda S. Messa era a Fan sulla strada che porta al Kossovo. Lì le 3 suore ci aspettavano animando i canti e rendendo viva la liturgia.Poi il pranzo con loro è stato un momento di festa.
 
 

giovedì 17 marzo 2011

DEDICO UN PENSIERO ALLA MIA FAMIGLIA....

Dedico questa pagina ad una parte importante della mia famiglia, molto religiosa. Tante volte coi parenti ci siamo radunati per festeggiare le 4 zie suore Giuseppine di Cuneo e mia sorella suora anche lei. Il 19 marzo è la festa di S. Giuseppe  e ci sara' la ricorrenza dei 60 anni di consacrazione di sr. Erminia e più avanti i 70 di sr. Lucia.

Sempre nel cammino della mia vita ho sentito la vicinanza delle zie e di mia sorella, religiose, che hanno contribuito alla mia crescita, cristiana, spirituale e sacerdotale. La loro grandezza sta nell'essere state pronte e disponibili, quasi in una meravigliosa gara tra loro, a dire il  SI' a Dio con forza e radicalità.

 Per noi familiari sono state tutte un punto di riferimento ed abbiamo attinto dalla loro testimonianza di vita dedita agli altri, i grandi insegnamenti della Fede forte e concreta e abbiamo imparato come si vive l'Ideale della Carità. Mi è sempre piaciuto osservare l'equilibrio della loro vita, la serenita' sul volto, la gioia dell'incontro con gli altri, il distacco da se stesse e la premura nel compiere il servizio loro richiesto. Si sono realizzate pienamente ed ora esprimo loro un riconoscimento grato e affettuoso ed un augurio sincero accompagnato dai fiori rossi segno di una vita donata con Amore. Ci incontreremo in famiglia quest'estate.

martedì 15 marzo 2011

I GIOVANI SONO IL FUTURO...ANCHE IN ALBANIA

IL MONDO DEI GIOVANI E LA CHIESA ALBANESE (con attenzione particolare alla diocesi di Rreshen)
Mi è difficile parlare dei giovani in generale perché ognuno di essi in particolare sarebbe un mondo che merita di essere scoperto e amato con i suoi pregi e con le sue contraddizioni…mi è difficile ancora di più parlare dei giovani di questo pezzo di “terra delle Aquile” perché per conoscerli bene ho dovuto abbandonare tanti pregiudizi e volergli bene pur sapendo che all’inizio nemmeno questo mio affetto in nome di Gesù sarebbe stato capito…ma voglio provarci a fare una fotografia di questo affascinante mondo; e lo voglio fare con le parole di una persona e che ai giovani ha parlato tanto, ed è Giovanni Paolo II. A loro disse: “…è Gesù che cercate quando sognate la felicità…” (Tor Vergata, Agosto 2000).
 Ecco penso che questo sia il modo giusto per presentarvi il mondo dei giovani di questa piccola Chiesa. Ragazzi e ragazze che stanno cercando di dare un nome alla loro felicità, che ne stanno cercando una che non li inganni! E noi missionari cerchiamo di metterci in cammino con loro e trovare con loro questa felicità.
In questi anni di presenza in Albania mi sono interrogato spesso su “come” fare per parlare ai giovani e aiutarli a scoprire il bello che hanno dentro; non è facile perché i giovani qui sono soli, soli nel costruire la loro vita e il loro futuro; gli adulti, a causa della storia vissuta durante il regime, sono un mondo sterile e poco capace di credere nei giovani. I ragazzi vorrebbero cambiare…ma non possono perché le tradizioni da rispettare nelle famiglie e nella vita sono più forti di loro, tante volte vorrebbero fare di più ma non possono perché l’influenza del mondo adulto e delle tradizioni familiari è ancora molto forte. Bisogna capire questo bisogno e questa sofferenza e saper aspettare…bisogna saper fare tante proposte e accettare la sofferenza spesso di vedere che nessuno poi le accetta…bisogna far vedere che facciamo loro proposte non perché abbiamo interessi ma perché li amiamo. Ho imparato a capire che se ho davanti a me un giovane quello è il mio “tutto” e a lui devo donare quella felicità che io ho trovato in Gesù. La Pastorale Giovanile si sta ancora strutturando ma certamente è il centro e la leva di Archimede di questa chiesa; in fondo sono i giovani stessi che stanno costruendo questa chiesa che hanno ricevuto ferita e vuota dagli adulti. Li ammiro quando vedono l’assiduità con cui a volte partecipano alle celebrazioni e spesso sono gli unici che ci sono. La Pastorale Giovanile e Vocazionale si sta strutturando essenzialmente nella possibilità di offrire loro delle relazioni belle, sincere, personali e rispettose…penso che i grandi gruppi non ci servono, ci serve saper costruire rapporti personali nei quali permettere a loro di esprimere se stessi. La cultura è molto diffidente…e offrire loro la serenità di relazione penso possa essere l’occasione per creare un cuore nuovo in loro, un cuore capace di essere gratuito e capace di non essere diffidente. Nella nostra diocesi offriamo degli incontri mensili dove i ragazzi, venendo dai vari villaggi dispersi per i monti, si ritrovano per capire che non sono soli e durante questi incontri insistiamo molto sui lavori di gruppo luogo dove loro imparano a parlare e condividere  e offriamo testimonianze di vita vissuta che li possano spingere a rischiare la vita per ciò che vale. Personalmente nella mia casa a Rreshen, ospito ragazzi e con loro preghiamo, giochiamo, riflettiamo…tutto con lo scopo di parlare al loro cuore. Mi rendo conto che ancora non possediamo pienamente la capacità di parlare al loro cuore…perché parlare a un cuore poco allenato ad amare è difficile, ma dobbiamo farlo, dobbiamo essere sinceri con loro e parlare con gratuità. Diversamente il consumismo arriva veloce anche qui ormai ed è più facile cadere nella rete di relazioni superficiali che offrono i cellulari o internet che qui nella povertà mietono piu vittime che nel nostro mondo occidentale, perché chi non ha nulla si lascia riempire dalla prima cosa che trova…
Nostante tutto amo questi giovani perché mi hanno aiutato a puntare all’essenziale nel mio cammino; da noi loro non hanno bisogno di quello che possono trovare ovunque, ma hanno bisogno di relazioni vere e sincere. Penso che la pastorale giovanile qui sia essenzialmente una pastorale di relazioni che fanno vivere.
Vorrei lasciarvi delle parole che proprio uno di loro mi ha scritto in questi giorni dopo alcune esperienze insieme, è un giovane di 18 anni: “Caro don, io sono cresciuto vicino alla Chiesa ma tu sei la prima persona che mi ha amato e mi ha accolto senza nessun interesse e questa cosa per me è un super-miracolo…è un incontro vero con Gesù…sono contento che tu sei qui con me…”…parole semplici ma che per me sono uno spaccato vero del bisogno di relazione di questi giovani…un bisogno che spesso non trova possibilità di esprimersi ma un bisogno che testimonia davvero che i giovani cercano quella felicità che solo Gesù può donarci.
Se avete spazio nel vostro pensiero, ricordatevi anche di questi splendidi ragazzi, forse poveri ma davvero in ricerca della vera ricchezza.

Don Roberto Ferranti (FIDEI-DONUM della diocesi di Brescia in servizio nella diocesi di Rreshen)

mercoledì 9 marzo 2011

CON I NOSTRI RAGAZZI IN CATTEDRALE PER L'INIZIO DELLA QUARESIMA


DIGIUNO in tempo di attesa: QUARESIMA 2011 IN ALBANIA


Idee per pulire la casa DELLA PROPRIA VITA INTERIORE
Digiunare dal giudicare gli altri, scoprendo Dio che vive in essi. Digiunare da parole graffianti, riempiendoci di frasi risanatrici.
Digiunare
dall’essere scontenti, riempiendoci di gratitudine.
Digiunare dalla collera, riempiendoci di pazienza.Digiunare dal pessimismo, riempiendoci di speranza.
Digiunare dalle preoccupazioni, riempiendoci di fiducia in Dio. Digiunare dal lamentarsi, riempiendoci della meraviglia di Dio. Digiunare dall’amarezza, riempiendoci di perdono. Digiunare da noi stessi, riempiendoci di compassione per gli altri. Digiunare dall’odio e dal rancore, riempiendoci d’amore.
Che il Dio della vita ci aiuti ad essere migliori ogni giorno.



Digiunare da tutto quello che ci separa da Dio, riempiendoci di tutto quello che ci avvicina a Lui.
A Rreshen in Albania ho iniziato la mia prima quaresima con la celebrazione delle ceneri. I ragazzi della nostra scuola hanno animato la liturgia. Che belli: erano seri e raccolti. Col vescovo e tutta la cristianità abbiamo iniziato questo poeriodo "forte" facendo il proposito di incontrare Gesù.
Le tre cose che mi stanno a cuore sono: PREGHIERA, PENITENZA, CARITA'. E i frutti arriveranno...speriamo.
      






sabato 5 marzo 2011

IL SALUTO AD UN AMICO MISSIONARIO che rientra in Italia per motivi di salute

 P. Emidio ieri ci ha salutato. Siamo stati in tanti a dirgli il nostro "GRAZIE" per il bene fatto in questi 7 anni di vita a Rreshen.
Alla prersenza del Vescovo, del p. Provinciale,dei confratelli,delle autorità civili e dei numerosi amici abbiamo ripercorso con video e testrimonianze gli anni che P.Emidio ha vissuto nel servizio agli
altri. Tutti hanno collaborato perchè p. Emidio potesse cogliere il nostro amore e la nostra gratitudine.Il coro dei ragazzi del nostro convitto ha dato il tono giusto coi canti perchè la festa fosse gioiosa e compartecipata. Tutto si è svolto nella fraternità.
 Anche i riconoscimenti civili sono stati importanti. P. Emidio è stato contento. Ma il riconoscimento più grande lo darà il Padre del Cielo, come aveva promesso Gesù, cioè darà il centuplo qui in terra e la vita eterna nell'al di là a chi dona la sua vita per Amore.