Ho capito in questi mesi che, dopo qualche tempo che la gente ti ha studiato, incomincia a familiarizzare e a darti fiducia nel tuo operare. A volte però tu percepisci un certo senso di inadeguatezza, la paura di non farcela, la sfiducia in te stesso, la stanchezza. Davanti alle urgenti necessità dell'evangelizzazione ci si può sentire non del tutto sicuri di intervenire correttamente. La gente non è costante e vedi venire meno le persone che avevano fatto dei passi nella fede. Sembra che Dio ti chieda di pagare un duro contributo per la salvezza delle anime. In missione non c'è bisogno di inventarti le penitenze, o cercare i digiuni... basta che accetti di buon grado i disagi e continui a sorridere nei momenti difficili.
Qui in Albania si usano spesso le parole: "Durim, durim, ska problem, se bashku" che significano:"Pazienza, pazienza, non c'è problema, insieme...", per incoraggiarci ad andare avanti con gli altri.
L’efficacia del servizio missionario, sento che lo si puo' raggiungere nel momento dell’impotenza, quando non puoi fare altro che assumere il negativo che c'è intorno, aggrappandoti alla croce di Dio e continuando ad aiutare ogni prossimo che incontri. La vita in missione è paragonabile al "tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi» (2 Cor 4,7). Mi pice inoltre la frase:«Quando sono debole, è allora che sono forte» (2 Cor 12,10). «Tutto posso in Colui che mi dà forza» (Fil 4,13). E S. Paolo dice ancora: "Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati..."
Ci sono i momenti di confronto con la comunità religiosa che ti appianano la salita. Gli incontri di programmazione e di verifica del nostro operare ci danno sicurezza nel fare il servizio secondo le nostre Regole. La preghiera coi confratelli, scandita dai momenti comunitari è un sostegno ed un forte aiuto nel cammino verso la santità. Anche la correzione fraterna ed il saperci perdonare 70x7, ci rimette in sesto nei momenti di sbandamento. Ma ci vuole umiltà. Molta direi.
Spesso mi chiedo perchè sono qui in missione. Qualche volta mi ripeto per Chi e perchè faccio le cose o celebro i Sacramenti e la S. Messa o sto coi ragazzi oppure vado ad incontrare la gente...Mi chiedo a volte se ho fede e se continuo a sentire la vicinanza di Dio. Chissà se ci saranno missionari partiti con slancio per portare la fede, e poi si possono trovare senza fede.
La scelta dei poveri è una priorità che caratterizza la missione, perchè qui i poveri vivono più facilmente con noi e noi con loro... Gesù si identifica con chiunque è nel bisogno, sia esso affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere. Un punto importante è quello di non perdere l'occasione che, chiunque incontro, non mi passi accanto invano, perchè:"Tutto ciò che avremo fatto a qualsiasi persona l'avremo fatto a Lui" (Mt 25, 31-46).
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