Probabilmente il passaggio affannato dell'elicottero ha indicato ricerca di persona smarrita o annegata o solo allenamento a pochi metri dall'abitato lungo la spiaggia davanti all'Emiliani?
giovedì 29 ottobre 2015
mercoledì 28 ottobre 2015
Stare bene anche nelle prove
Alla "VELA" si sta bene, perché ci si vuole bene. Nei locali della canonica di Nervi ospitiamo in questo momento 4 famiglie che hanno i figli in cura all' ospedale del Gaslini di GENOVA. Felice viene da Napoli, Miri viene da Tirana, Falu' dall'Africa e infine la piccola Cinciai, dalla Cina. Stando insieme per un po' di tempo si superano le diversità culturali e ci si capisce con l'attenzione ed il rispetto reciproco. Si sente che tutti insieme costruiamo una piccola comunità-famiglia. La sofferenza viene condivisa anche dai numerosi volontari che a turno vengono a prestare servizio. Ci sono delle regole che tutti osservano e l'armonia regge la casa. Anche i momenti allegri servono per sdrammatizzare i momenti di prova e di dolore. Siamo amici tutti.
sabato 24 ottobre 2015
Prima settimana di catechismo.
Anche quest'anno abbiamo iniziato bene con sei grandi gruppi catechistici la gioiosa avventura che coinvolge genitori catechiste bambini come la migliore realtà formativa della parrocchia. Tutti contenti e anche impegnati a portare frutti buoni.
lunedì 19 ottobre 2015
Seguiamo IL SINODO
Sinodo sulla famiglia
Maria Angélica e Luis Rojas di Bogotà,
sono una delle 18 coppie che partecipano al Sinodo in corso in Vaticano dal 4 al 25 ottobre.
Dalla loro esperienza di famiglia, il lavoro in un quartiere emarginato della città
e l’accompagnamento di altre coppie.
Maria Angélica e Luis Rojas di Bogotà,
sono una delle 18 coppie che partecipano al Sinodo in corso in Vaticano dal 4 al 25 ottobre.
Dalla loro esperienza di famiglia, il lavoro in un quartiere emarginato della città
e l’accompagnamento di altre coppie.
Sono sposati da 23 anni e hanno due figli adolescenti. Formati nella fede dalle famiglie di origine con solide basi cristiane,
si sono conosciuti in quartiere della periferia di Bogotà d
ove con altri giovani si spendevano per l’impegno sociale:
«Lì giocavamo con i bambini, insegnavamo agli adulti a leggere,
offrivamo gratuitamente servizi medici e dentistici».
Si tratta di Los Chircales, quartiere dove adesso ha sede il Centro sociale Unidad,
animato dal Movimento dei Focolari di cui anche i Rojas fanno parte:
«Gli ostacoli non sono mancati – afferma la coppia colombiana che è intervenuta
con una testimonianza al Sinodo sulla famiglia –
a cominciare dalla preoccupazione personale e dalla paura di andare in questi quartieri
e ambienti così degradati. Ma la volontà di servire questi fratelli
è stata più forte delle nostre fragilità».
«Ci siamo sposati – dicono ripercorrendo tratti della loro storia – e molto presto la grazia del sacramento si è manifestata». Caratteri molto diversi: Luis, “un tipo tranquillo”, Maria Angélica “un vulcano”. «Sapevamo che l’amore umano svanisce facilmente: gli anni passano e l’incanto iniziale diminuisce. Per questo era importante irrobustirci nutrendo il nostro amore con l’amore di Dio che ci insegnava ad amare nelle piccole cose di ogni giorno». «Per me significava non aspettare sempre di essere servito – confessa Luis – ma piuttosto aiutare a lavare i piatti o ascoltare con attenzione quando lei voleva raccontarmi qualcosa. Da parte sua M. Angelica vedeva con me le gare della Formula 1…».
«Abbiamo sperimentato che nutrendoci dell’Eucaristia, avvicinandoci al sacramento della confessione e stando in questo atteggiamento di amore reciproco, Gesù si fa presente in mezzo a noi e abbiamo così la luce per educare e correggere i nostri figli, come pure la forza di affrontare le difficoltà che si presentano».
«Poco tempo fa abbiamo avuto una forte discussione e l’unità fra noi è andata in frantumi. Quella sera ci siamo addormentati senza chiederci scusa», una delle tre parole che per papa Francesco non possono mancare nella vita di coppia: «Ho telefonato il giorno dopo a Lucho– racconta Maria Angélica – e gli ho chiesto scusa per avergli risposto male. È stata l’occasione per aprire un dialogo profondo fra di noi. Certamente siamo fragili, ma proprio per questo vogliamo impegnarci a ricominciare ad amare ogni volta che ci sbagliamo».
Insieme ai vescovi e ai sacerdoti di alcune città della Colombia, con altre famiglie e giovani, hanno organizzato una serie di visite ad alcune comunità povere: «L’idea era di condividere le nostre esperienze e offrire una certa formazione in famiglia. Alcune di queste coppie ci hanno confidato il loro desiderio di accostarsi al sacramento del matrimonio».
«Nell’accompagnamento alle coppie di fidanzati fatto di condivisione delle reciproche storie, del vivere insieme anniversari e momenti conviviali, dell’ascolto di interrogativi o timori, vediamo che questa vicinanza stimola non pochi giovani a prendere coraggiosamente la decisione di scegliere Dio come centro della propria vita, a vivere aspetti come la castità nel rapporto di coppia, a rendersi utili agli altri in necessità, dedicando tempo ed energie».
«La nostra esperienza – concludono – ci porta a confermare che come è la famiglia, così sarà la società. Sappiamo che le famiglie sono chiamate a cose grandi, per questo ogni giorno chiediamo alla Sacra Famiglia la grazia di restare fedeli all’amore, per essere costruttori di una società più umana e al tempo stesso più divina. Sogniamo che, con il contributo di tutti, l’umanità si trasformi realmente in una famiglia».
sabato 17 ottobre 2015
CONCRETEZZA DEL VANGELO DI OGGI.
“Chi è il più importante?”

Tutti siamo invitati a promuovere la dignità dei fratelli, a farci carico gli uni degli altri.In questo periodo così turbolento, una scintilla di umanità illumina il cielo d’Europa: 12mila islandesi, in risposta ad una petizione lanciata su Facebook da un’insegnante, spalancano le porte delle proprie case ai profughi.Affermano: “I rifugiati sono risorse umane di esperienza e capacità. I rifugiati sono i nostri prossimi sposi, i migliori amici, le anime gemelle, o i batteristi della band dei nostri figli, i nostri colleghi o miss Islanda 2022, l’idraulico che ci sistemerà il bagno o il pompiere”.Le migliaia di chilometri, che separano Reykjavik da Damasco, si sgretolano sotto i colpi dei messaggi che gli abitanti dell’isola hanno pubblicato:
“Sono una madre single. Possiamo prendere in casa un bambino che ha bisogno. - Sono un’insegnante e vorrei insegnare a un bambino a
parlare, leggere e scrivere islandese ed aiutarlo ad inserirsi qui.
– Abbiamo dei vestiti, un letto, dei
giocattoli e tutto ciò di cui ha bisogno un bambino. Offro volentieri anche il
biglietto aereo.
- Ho una stanza in più in un appartamento spazioso e sono
molto contenta di metterla a disposizione di chi ha bisogno”.

«Servire - dice Papa Francesco - significa avere cura di coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro popolo.
invitato a mettere da
parte le proprie esigenze, aspettative, i propri desideri di onnipotenza
davanti allo sguardo concreto dei più fragili
La
grandezza di un popolo, di una nazione, di una persona si fonda sempre su come
serve la fragilità dei suoi fratelli».
venerdì 16 ottobre 2015
OGNI GIORNO DI PIU'...AMORE, MISERICORDIA E PERDONO
Buona giornata.
[...] Non è sufficiente la tolleranza o la non-violenza, non basta l’amicizia o la benevolenza verso gli altri. E’ un amore che va verso tutti indistintamente: piccoli e grandi, poveri e ricchi, della propria patria o di un’altra, amici e nemici. Esige misericordia e perdono. Dobbiamo amare poi per primi, prendendo l’iniziativa, senza aspettare d’essere amati. E amare non solo a parole, ma concretamente, a fatti, dimenticando noi stessi per metterci a servizio degli altri.
(Fonte: Chiara Lubich – “Il mondo sia invaso d’amore” Messaggio di Chiara Lubich all’Assemblea dei giovani – Hiroshima, 21-25 agosto 2006)
(Fonte: Chiara Lubich – “Il mondo sia invaso d’amore” Messaggio di Chiara Lubich all’Assemblea dei giovani – Hiroshima, 21-25 agosto 2006)
lunedì 12 ottobre 2015
Il trenino
Ancora per le nostre città si vede passare il trenino per grandi e piccini. È un segno buono. Fa pensare che la gente sa ancora gustare le cose semplici. Le piccole, umili, quotidiane gioie della vita. Il treno dei desideri...coi miei pensieri...lontano va.
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