sabato 31 marzo 2012

SORRIDO ALLA VITA


Ogni giorno è nuovo e io ricomincio a vivere.

Quando sono stanco e la strada mi sembra lunga, quando sono affaticato e 
  mi accorgo che posso aver sbagliato strada...
... non mi lascio condizionare dalle difficoltà e dai problemi. Cammino e continuo momento per momento sulla strada della mia vita. Ci sono svolte  e sorprese bellissime e sempre paesaggi nuovi che mi ricreano.
 Se la vita mi sembra troppo assurda,
se resto deluso da troppe cose e da troppe persone...
... non cerco di capire e chiedermi trippi perché ... sorrido alla vita, dico che mi piace comunque e vivo nel positivo. Ridivento bambino.

Se ho provato ad amare ed essere utile a chi incontro nelle mie giornate e mi vive accanto, se non sempre ho la percezione di essere riuscito, se ho conosciuto la povertà dei miei  limiti e quella degli altri...
e mi viene da giudicare, non perdo il tempo a rimuginare le occasioni perse, ricomincio subito e riparto col sorriso sul volto.

Se gli altri mi guardano con rimprovero, perchè sono forse delusi di me, o sono irritati...... non mi ribello più, non mi perdo d'animo, chiarifico le situazioni e non chiedo o pretendo da loro nulla ... mi convinco che ho altre opportunità per ricominciare e mi rimetto nel giusto con animo sereno e libero.
Nel cantiere del Regno di Dio, c'è tanto da fare. C'è tanta ruggine da eliminare...ci sono tante situazioni da migliorare. Ho provato a lasciarmi coinvolgere per fare le cose con gli altri. Sempre più capisco che è meglio essere in collaborazione e in comunione con chi mi sta accanto, perchè ... insieme è più bello, anche se è più difficile... e i frutti alla fine arrivano abbondanti più che mai. Compresa la gioia.










domenica 25 marzo 2012

VITA IN ALBANIA: UNA MESSA IN MONTAGNA.

Due ore di viaggio per raggiungere i villaggi delle montagne di Kurbnesch nell'alta Mirdita dell'Albania. I posti sono incantevoli. La strada è poco più che una mulattiera in alcuni tratti. L'andatura del fuoristrada e' di 10 Km orari, per cui si può contemplare con calma il paesaggio.
 Nelle soste si cerca la compagnia delle pecore calme e concentrate nel pascolare. Rari i "furgona" dei trasportatori carichi di persone, con le bagagliere piene di sacchi, valigie, e materiali per l'edilizia.
La Messa sarà nel camposanto, dove c'è la chiesetta che ospita S. Antonio. Ci sarà molta gente. Oggi è il primo dei tredici martedi che i devoti dedicano per ottenere la sicura protezione del santo. Mi viene detto dal catechista che la gente non ha ancora capito che Dio è più grande di S. Antonio e che è Lui che opera i miracoli. Intanto confesso alcuni penitenti. Per fortuna che qualcuno capisce l'italiano.
Ai piedi della montagna ci sono i vecchi edifici costruiti dal regime comunista, tra cui un grande ospedale ormai abbandonato perchè la gente non vive più sulle montagne. Anche l'intero pendio della montagna è stato bonificato dai ruderi delle costruzioni che fungevano da abitazioni dei minatori. La gente non vuol più ricordare la vita da schivi nel lavoro delle miniere. 
La desolazione e la povertà si vedono ovunque. Si può dire che ci sono cinque Albanie. C'è la vita della capitale che è al massimo del suo sviluppo. Poi c'è l'Albania delle coste che da Scutari a Valona sta sviluppando il commercio e il turismo. C'è la terza Albania, quella della pianura che accoglie la gente dei villaggi in cerca di fortuna in piccoli appezzamenti di terreno su cui incominciano a costruire un abbozzo di casa. C'è la quarta Albania delle vallate ai piedi delle montagne. Zone povere senza possibilità di sviluppo. L'ultima Albania è quella delle zone montagnose, dove lo spopolamento è drammatico, perchè non ci sono risorse e neppure collegamenti.

 Nella pausa pranzo mangiamo un panino tipo "burek" a base di sfoglia di yogurt con salame e maionese o formaggio. Mi sono sentito pastore di un gregge di vivaci capre che volevano farci sloggiare con l'aiuto del cane.
Tutto sommato, su consiglio di Sr. Virgina, il pranzo è stato meglio terminarlo in auto. Anche Malvina che era venuta con noi da Rreshen per trovare il nonno sepolto nel cimitero del villaggio di montagna è stata più contenta di stare al riparo dai pericoli delle capre e cani molesti. La giornata si è conclusa con la foratura di una gomma. Ma l'avventura di un aiuto provvidenziale dal cielo ci ha permesso di trovare nelle vicinanze un gommista d'occasione. Dio ci ha confermato il Suo Amore, ma anche s. Antonio ha messo una buona parola.

domenica 18 marzo 2012

FESTA DI PRIMAVERA A TIRANA

 L'opportunità che ho avuto di poter trascorrere un'intera giornata nella capitale dell'Albania è stata meravigliosa e indimenticabile. Giorno di vacanza e di festa a tuttti gli effetti. Naturalmente ci siamo organizzati per gustarci un giorno così bello. L'idea ci era venuta per il fatto che a metà settimana non tutti i giovani che risiedono nella comunità potevano tornare a casa per una sola giornata e poi tornare a scuola il giorno dopo.










Anche Donika, la professoressa di inglese e di albanese ci
teneva a venire con noi. Frrok doveva accompagnare i due giovani, Zef e Lulzimi. Eravamo insomma una bella compagnia. Il nostro obiettivo era certamente partecipare alla festa della primavera. Ma avevamo anche degli impegni affidatici dalla scuola. Gli acquisti per la classe dei meccanici e non solo. Passando tra gli scaffali dei supermarket ognuno doveva trovare il prodotto migliore al prezzo più conveniente e completare la lista nel minor tempo possibile perchè ci aspettava il pranzo, buono ma economico e veloce per avvantaggiarci per il tempo libero del pomeriggio.
 









Dovevamo, cosa strana, anche copiare, memorizzare, fotografare il modello dei cestini pubblici della città per adottare il brevetto per i cestini del nostro piazzale. La nostra tabella di marcia era perfetta e tutto procedeva per il meglio. Dopo aver dato risalto alla passeggiata nella piazza centrale, ammirando il monumento all'eroe nazionale a cavallo, ci sembrava utile e doveroso visitare la moderna cattedrale di Tirana.  In essa la gente pregava molto raccolta.   
 Mi ha fatto molto riflettere la sagoma di un albero, nei pressi della chiesa, che, nonostante il trauma subito nella crescita, il suo tronco è riuscito zigzagando a raddrizzarsi e diventare un dignitoso pino e fare molta ombra. La natura ha i rimedi. Noi possiamo imparare molto.











Tutto il pomeriggio, poi, nelle nostre camminate lungo i viali della grande città  ci siamo quasi estasiati ammirando la ricchezza dei colori dei fiori, posizionati ad arte, che abbellivano la città. La festa era allietata da musiche, bancarelle, mercatini, famiglie a passeggio, bambini spensierati o meno e via vai della gente allegra e felice.
Ma che dire anche della solitudine e dell'amarezza delle persone in cerca di fortuna, senza possibilità di un lavoro sicuro, alla ricerca di qualche piccola risorsa quotidiana per sostenere la famiglia? Anche questo è stato un pensiero che abbiamo portato con noi all'altare celebrando in serata la S. Messa nella chiesa del Sacro Cuore, affidando a Gesù le necessità dell'Albania, allegra nell'apparenza ma triste nelle condizioni socio-economiche.
Lo sguardo penetrante e scrutatore di questo povero, mi accompagnò al ritorno. Pensavo a lui che pareva mi dicesse:  "nessuno si interessa a me, solo tu mi hai degnato di un clik di considerazione". Forse potevo fare di più, ma nel mio cuore ho sentito che la mia vita è in ogni modo orientata verso chi, come lui, è lasciato solo e nella tristezza.

sabato 10 marzo 2012

TRADIZIONI ALBANESI E FUNERALI.

           In Albania, i camposanti sono adagiati nei posti più belli e le tombe sono ancora semplici con le lapidi ricche di incisioni poetiche con le foto dei cari. Troneggiano molte croci. Non mancano i fiori variopinti e duraturi perchè sono di plastica. Le salme vengono sepellite ancora sotto terra. Oramai ho imparato le preghiere di benedizione e conosco le tradizioni. E' necessaria molta acqua benedetta, possibilmente va spruzzata abbondantemente sulle tombe. Mi piace onorare i morti e condividere il dolore dei parenti, far sentire che con la fede si è più vicini ai loro defunti nell'attesa di rivederli nell'altra vita.
Molte volte mi era capitato di percorrere strade di campagna irte di diffoltà, strade serpeggianti su per i pendii delle montagne, per raggiungere il camposanto e benedire le tombe dei defunti della Mirdita in Albania. La mia sorpresa era stata quella di aver visto in alto volteggiare degli aquilotti.
 Da poco ho avuto l'opportunità di celebrare il primo funerale in una delle due porrocchie dove vado normalmente. Non aspettavo tanta gente così. Non si usava fare i funerali in chiesa per il fatto che per quasi 400 anni di dominio turco e dopo 45 anni di regime ateo non si potevano fare, ma ora si stanno riprendendo a stento le liturgie cattoliche. La partecipazione religiosa al rito funebre è una novità. Normalmente nella casa del defunto si incontrano i parenti e gli amici per parlare del loro caro e consumare in suo nome il pasto, o almeno il caffè, il raki, fumare insieme e fare festa come se il morto fosse presente. Le donne si intrattengono nel settore della cucina e servono gli uomini. Anche nell'ultimo seppellimento dopo che si pregato e pianto il defunto, si è deposto sulla tomba un pacchetto di sigarette per augurargli di stare bene e ci si è recati al ristorante per continuare la festa.