venerdì 26 novembre 2010

COSE BELLE E BUONE IN TERRA ALBANESE

Ogni giorno, nella mia nuova realtà albanese vivo esperienze che mi arricchisconio.
Girando per i paesi e villaggi, mi sto facendo una cultura per quanto riguarda le usanze e le tradizioni locali.
                                                                                                                                              Ho visto splendidi ragazzi che ballano coi costumi antichi, simili a quelli sardi con le musiche ritmiche già sentite. L'insegnante di ballo mi disse che le danze sono di anrtica origine turca o comunque orientale.
  Il contatto con le persone mi da ancora la sensazione di essere in un mondo diverso sì, ma anche familiare.
Sono stato all'asilo del paese di Rreshen ed  ho visto i bambini, specchio dell'innocenza che, come capita ovunque, esprimono la spontaneità e l'immediagtezza dell'approccio e ti mettono subito a tuo agio.

Anche i frutti della terra sono belli da vedersi e  buoni da mangiare . Hanno un gusto speciale: gusto d'autunno dei balcani.
Anche l'accoglienza di animali abbandonati da parte dei nostri ragazzi e l'amicizia e la tenerezza nei loro confronti, crea un animo delicato e sensibile. Molte volte il carattere dell'albanese rimane chiuso e diffidente per le troppe sofferenze vissute in passato. Anche  l'asprezza delle montagne su cui sono adagiati i villaggi creano distacco e freddezza nei rapporti. Lo stare insieme serenamente in una vita comunitaria giova molto alla loro socializzazione.

mercoledì 10 novembre 2010

HO UN SOGNO

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PER CHI SUONA LA CAMPANA?

Spettacolare il paesaggio.
I colori autunnali sono di una intensità mai vista.
La strada per arrivare a GEZIQIT  a 25  minuti da Rreshen è immersa nella nebbia fitta.
In cima splende il sole.
Da lassù si vede un mare di nuvole bianche.
Una frotta di ragazzi, qualche giovane e poche anziane aspettano l'arrivo del nostro fuoristrada.
Ci fanno festa.
La Messa, i giochi all'aperto e il catechismo.
Sul volto di tutti c'è gioia semplice e vera.
In missione si provano ancora emozioni genuine.
E' trascorso il primo mese dal mio arrivo in Albania.
Tutto è diverso qui, quasi un mondo irreale.
Eppure mi sento a casa e ci sto bene.


giovedì 4 novembre 2010

ANCHE QUI MI TROVO A CASA

Cosa significa la casa?

Significa amore, calore, tranquillità, sicurezza, rapporti veri, profondi...significa guardarsi l'un l'altro negli occhi con la sicurezza di volersi bene e di fidarsi l'uno dell'altro con la speranza di realizzare insieme quello che desideriamo più di tutto.

Fare casa tra noi significa realizzare l'amore scambievole.
Questo impegno oggi si può realizzare solo con la presenza di Gesù perchè Lui ci ha dato l'esempio.

Qui in Albania sono chiamato a fare casa coi miei confratelli e coi ragazzi che vengono a scuola e vivono con noi.Sto facendo una buona esperienza di vita comunitaria.

mercoledì 3 novembre 2010

SONO STATO A BENEDIRE TRE CAMPOSANTI

Alle mie prime armi qui in Albania, ho cercato di capire le tradizioni riguardanti i riti e le preghiere nel ricordo dei defunti. Strano, ma i camposanti sono in alto, in posti meravigliosi sulle montagne, e le tombe sono molto diverse le une dalle altre.Sulle tombe dei giovani defunti oltre ai fiori di plastica, belli e variopinti spesso si trovano sigarette e scatole di fiammiferi a significare che il defunto,accompagnato dall'affetto dei parenti e amici, possa prendersi dei piaceri e stare bene...cos'ì mi hanno detto. Durante il rito, in alto sopra le nostre teste volteggiavano le maestose aquile, simbolo  di un popolo che sta tornando a prendere il volo dopo le schiaccianti e tragiche prove sociopolitiche del passato.

PROVA IN APERTURA




Fermo di fronte alle bellezze del creato per contemplare l'immensità del Creatore.
Che pace meditare su un prato verde...e poi tornare tra la gente rigenerato.