sabato 30 giugno 2012

CONTROLLO SUI BALCANI PER UNA PACE SEMPRE DA COSTRUIRE

Vorrei dedicare un pensiero al contingente italiano che opera sui balcani per la difesa dei diritti dei deboli e per la stabilità della pace in queste zone tra Albania, Kosovo, Serbia, Montenegro. Andando domenica scorsa a celebrare a Reps e Shpal, sulla strada verso il Kosovo, ho potuto accompagnare per un tratto la colonna di una quindicina di mezzi dei nostri carabinieri italiani in servizio presso il confine per un continuo controllo di pace.

  Il 24 marzo 1999 è un giorno da ricordare, negativo per l' Europa e terribile per il piccolo stato del Kosovo,  considerato autonomo sino al marzo 1989 anno in cui Milosevic Presidente della Serbia lo privò di ogni autonomia, pur essendo uno stato in cui la popolazione è costituita per 88% da albanesi e da minoranze serbe e montenegrine.










Lo stato di continua guerra civile culminata nell'allontanamento della popolazione Kosovara dalla loro terra, era stata una violenza indicibile da parte dei militari Serbi che avevano usato ogni mezzo anche la "pulizia etnica "per cacciarli dalle loro case. I Kosovari si erano diretti negli stati balcanici vicini, cioè Albania e Montenegro. Migliaia di disperati vagarono tra le montagne privi di tutto, su vecchi trattori...  Il ruolo dell'Italia fu determinante per la ricerca di un compromesso e anche se partecipò ai raid aerei con la Nato, contro la Serbia, chiese presto di tornare alla diplomazia e al dialogo per una pace che sempre è da costruire.

Ora è importante che la vita abbia ripreso le attività con i mezzi possibili per uno sviluppo economico, sociale e politico e con una collaborazione tra le forze Nato europee. La gente piano piano dimentica quella storia di indicibili violenze e si organizza nelle sue attività con ogni mezzo, anche se sanno che i Serbi sono sempre, come dicono, delle serpi da cui difendersi.

domenica 24 giugno 2012

E' INIZIATA L' ESTATE...

      
Il primo giorno d'estate il sole in Rreshen-Mirdita è invitante per organizzare la passeggiata.
 
Ormai sono iniziate le vacanze e ci si sente più distesi e rilassati. E' tempo di campi scuola e di lavoro. Le suore del Verbo incarnato, chiamate le suore "azzurre" da noi, continuano tutto l'anno l'accoglienza dei bambini diversamente abili e preparano il prossimo campo di luglio. Hanno un bel carisma da vivere e le trovo sempre sorridenti e contente. Si vede come credono alla presenza di Gesù in ognuno di questi disabili e si scopre come li servono con attenzione e Amore. Anche numerosi volontari da Rreshen e da fuori Albania si dedicano a prendersi cura di questi "angioletti" dal volto umano. Ogni volta che li incontro sento la gioia di far festa al Gesù vittima di Amore per l'umanità.

venerdì 22 giugno 2012

UNA GIORNATA IN MONASTERO DI CLAUSURA


Meshtar, kush je ti?

Sacerdote, Chi sei?  Con questa domanda è iniziata la meditazione del vescovo Lucjan Avgustini nella assemblea sacerdotale che oltre cento sacerdoti e 5 vescovi hanno vissuto insieme nella spledida giurnata del 14 giugno nei locali del monastero di clausura delle suore carmelitane di Nenshat, ricostruito con abile maestria dopo la caduta del regime comunista albanese. L'ambiente di accoglienza e la gioia di incontrarsi hanno dato il tono  giusto all'incontro. C'è stato subito il prendere coscienza che volevamo conoscerci meglio
        ed identificarci nelle parole del vescovo che  guidava nella riflessione sulla vita spirituale del sacerdote, sulla sua formazione e sul cammino di santità e uniformazione a Cristo. La liturgia coi canti  animata dalle suore aveva un sapore di sintonia e di armonia insieme. Ho avuto la grande opportunità di conoscere Sr. Martina Gjoka della mia parrocchia di Shpal
che sta iniziado il noviziato per una vita di totale donazione a Dio. Il suo sorriso fa capire come il suo cuore è orientato con gioia alla scelta della clausura. Ho potuto parlare con lei. Nel pranzo abbiamo apprezzato lo stare insieme mangiando la carne alla brace in un ambiente naturale che ricrea lo spirito. Tornando  a casa sentivo di aver vissuto nel divino una giornata che mi ha reso più Sacerdote di Gesù.

sabato 9 giugno 2012

UNA ASSEMBLEA IN CERCA DI QUALCOSA DI... "NUOVO"


















Anche quest'anno c'è stata la grande occasione di incontrarci a livello nazionale tra i rappresentanti delle più di cento comiunità religiose o congregazioni presenti in Albania. Eravamo tanti in rapprensentanza dei cinquecento religiosi/e che operano nella missione albanese in questi anni. Gente di valore, soprattutto le numerose suore. 
La città di Shengjin in riva al mare ha attirato tutti noi che amiamo il sole e l'aria fresca. Inutile dire che abbiamo avuto poco tempo per riposarci. Il tema del convegno era molto coinvolgente:come affrontare la nuova evangelizzazione in questa terra di missione...
 "Guai a me se non evangelizzo". Era il motto dell'assemblea che ci ha coinvolto in modo vivo. Abbiamo condiviso le esperienze dei circa 22 anni di ripresa del servizio di animazione cristiana dopo il duro regime comunista.
 I vescovi presenti ci hanno dato le direttive su come riscoprire le antiche preghiere dei cristiani, ormai dimenticate da tutti, e poi catechizzare ed evangelizzare ovunque e sempre, senza mai stancarsi. Abbiamo alternato i momenti di preghiera liturgica, alle tematiche dottrinali e bibliche sull'evangelizzazione. Anche i momenti di scambio ed i dibattiti sia in sala che nei momenti di relax sono serviti per arricchirci e ridarci la giusta carica per continuare ognuno il proprio compito affidatoci dai Superiori.
Ci è stato annunciato dai vescovi,come iniziativa del Papa per tutta la chiesa, in occasione dei 50 anni dal Concilio vat. II°, un anno  per fare il punto sulla Fede. Abbiamo capito che una cosa è la Religione con le sue tradizioni, i suoi riti, e le sue leggi, ed un'altra cosa è la Fede che ci inserisce in Cristo. 
Avremo tutto un anno per rinnovare la nostra scelta di Colui che è il Centro ed il Tutto della nostra vita di cristiani e di consacrati.Senza la radicalità di una vita vissuta interamente per Gesù, tutto appare vano ed inutile.
Andare ad aiutare i poveri, i rom, come sosteneva Fr. Luciano, che da 9 anni fa un prezioso lavoro di ricupero degli zingari della sua città e riesce a scolarizzarli fino ai livelli universitari ormai, è ottima cosa se si è motivati dall'unica forza della Fede e dell'Amore che spianano la strada alla Giustizia.
 Partendo con passo deciso, guidati dal P. Giovanni Peragine dei barnabiti, oltre che nostro presidente nazionale del KSEL, (conferenza Albanese Superiori Maggiori) da marzo scorso eletto anche presidente europeo dell 'UCESM, (unione superiori maggiori d'Europa), siamo convinti di essere maggiormente un cuor solo ed un'anima sola nell'andare ad evangelizzare per le strade dell'Albania.

Questa mattina, col desiderio di celebrare le lodi sulla riva del mare antistante alla nostra sala conferenza, ho potuto contemplare la bellezza e la freschezza del creato, mentre un mio confratello alle ore 7,30 faceva il primo bagno della stagione in questo bellissimo mare.

sabato 2 giugno 2012

ANCHE IN GITA, L'AMORE EDUCA.

Anche quest'anno come lo scorso anno abbiamo realizzato una gita premio di fine anno, per concludere festosamente la permanenza in comunità.Ci interessava stare bene insieme e costruire ancora amicizia tra tutti. 
In tutte le cose c'è sempre il bello ed il meno bello...infatti, appena partiti, dopo dieci Km la polizia ci ferma ed analizza l'autista che viene trovato positivo nell'esame del tasso alcoolico. Dopo due ore di attesa ripartiamo con un nuovo autista ma altri tre controlli della polizia rallentano il raggiungimento della meta:Tirana. Cosa stranissima!
 Dopo 4 ore di viaggio abbiamo fatto appena 60 Km. Non ci scoraggiamo; anzi siamo in festa, perchè stiamo bene tra noi. Visitiamo l'areoporto velocemente e poi raggiungiamo uno dei posti più belli della capitale: Il lago artificiale immerso in un meraviglioso parco.
Ci piace camminare, correre, svagarci e divertirci accanto la gente della città che ha usanze molto diverse da noi che proveniamo dai villaggi e dalla campagna. Osserviamo il modo originale del vestire più ricercato, forse la maggior educazione e raffinatezza dei Tiranesi.
 Ci colpiscono, percorrendo poi la via centrale, i grandi palazzi del parlamento, dei ministeri e le università che si stagliano in alto.Tirana ci pare grandiosa e bella. Tutto e' nuovo, ben curato, eccetto il mausoleo fatto costruire dal dittatore Henver Hoxa. Pare lì per ricordare il passato...





      
        Ci assale la voglia di salire di corsa questa fantomatica piramide, assaltarla per così dire, conquistarla per avere la rivalsa su colui che aveva dominato per 45 anni sulle persone, rendendole schiave e mortificando il loro spirito e la loro dignità. Ancora tutti parlano con sofferenza di questa storia.
 Dal di sopra della vecchia piramide, si può contemplare la grande capitale che conta ormai quasi un milione di abitanti. Dalla sua cima  si vedono i giardini, i grandi palazzi e si respira un senso di grandezza e di libertà. Riusciamo anche a passare accanto allo stadio.Non attira molto. I giovani tifano le squadre italiane e spagnole...
 Davanti alla cattedrale, troviamo come sorpresa gradita il Vescovo ausiliare di Tirana, Mons. Frendo Gjiergj, che si intrattiene volentieri con noi, desidera conoscerci e darci il benvenuto paterno e cordiale. Gli parliamo della nostra scuola di Rreshen, l'unica scuola professionale della regione Mirdita... un fiore all'occhiello, come si dice!               Il vescovo ci ascolta e ci saluta festoso, invitandoci ad intrattenerci un pò in chiesa.

 
Sul tardi ci aspetta una cenetta a base di pizza e coca-cola in uno dei centri commerciali dal nome strano: QTU.

 Durante il viaggio di ritorno, c'e la gioia sul volto di tutti. Sicuramente anche in questa giornata abbiamo imparato molte cose. In tutto l'anno ci siamo detti che tutto è scuola di vita. Mi viene in mente una frase: "Si educa amando, se si ama educando. L'Amore dunque educa sempre".