venerdì 22 febbraio 2013

IL PROSSIMO E' UN ALTRO ME

 Mi sono trovato a Castelgandolfo in una grande assemblea di circa 800 persone per l'incontro annuale dei sacerdoti e dei religiosi dell'Opera di Maria per vivere la grande avventura dell'incontro con il fratello come altro me da accogliere, amare e servire . Un tema affascinate come lo è l'inno alla carità di S. Paolo.
In questo ambito abbiamo avuto la possibilità di ricordare delle figure importanti che sono vissute per tanti anni in mezzo a noi ed hanno dato con forza una testimonianza viva e feconda dell'Amore ad ogni prossimo che si incontra nella giornata. Padre Novo e padre Valentino sono tra i religiosi che recentemente sono partiti per il Cielo lasciando una eredità di vita, di opere e di esempi luminosi. Essi hanno costruito uno stile nuovo, sulla scia luminosa di Chiara Lubich, nell'amare gli altri come Gesù ci chiede.
 Mi è servito molto l'incontro con Don Piero Coda che nell'ambito dell'anno della Fede, commentando gli avvenimenti a 50 anni dal Concilio, ci ha affascinati e illuminati sul tema dell'Unità e della Comunione nella Chiesa. In lui si riscontra la chiarezza del teologo che vive quanto spiega ed ha la trasparenza dello Spirito. I vari momenti di riflessione si sono alternati allo scambio delle esperienze vissute che avvalorano il tema dell'Amore al fratello chie incontriamo. L'emozione di trovarmi con p. Bonaventura che ha un cammino di "Grande nell'Ideale" è stata una gioia, una ricchezza ed uno stimolo nel cammino intrapreso. Lui è un vero"piccolo" del Regno dei Cieli, per la Sapienza e la semplicità evangelica.
Anche se per poco tempo, questo convegno mi ha dato la possibilità di rivedere Don Carmine, grande amico "autentico" durante gli anni vissuti a Torino. Con lui abbiamo realizzato un vero cammino di formazione nell'Ideale e insieme ci siamo convinti che è importante che ognuno, ovunque si trovi ad operare, senta nell'anima il fascino della presenza di Gesù che opera là dove due o tre sono uniti nel Suo Nome.
Inoltre ho riscoperto la ricchezza di rivivere i rapporti belli costruiti nel tempo con tanti amici, come p. Fabio, p. Luigino, p.Cristoforo... con cui siamo riusciti a raggiungere quell'anima comune che ci fa vedere e sentire all'unissono le realtà e le persone come le vede Dio.
 A volte penso a quanto  Gesù dice:"Non voi avete scelto Me, ma io ho scelto voi..." e cerco di capire che Lui mi ha chiamato ad una novità di vita che è quella di arrivare a Lui più facilmente mediante ogni fratello che incontro... la strada mi sembra più breve e sento reali le parole di S. Giacomo che dice:"Se non ami il fratello che vedi, come puoi dire di amare Dio che non vedi?"
 In questo convegno ho avuto anche la possibilità di fare nei pomeriggi delle brevi passeggiate ed apprezzare i luoghi che sono frequentati dal Papa. Il Lago che si vede dall'alto della sede papale ha sempre un aspetto di armonia della natura che affascina e apre alla vista orizzonti sempre ridisegnati dal Suo Amore infinito che ci invitano a ricambiare il Suo Amore ovunque ci troviamo.














 

venerdì 15 febbraio 2013

IL PAPA: LA PROFONDA UMILTA':" semplice e umile servo nella vigna del Signore”

STUPORE PER LA NOTIZIA DEL SUO RITIRARSI E GRATITUDINE PER IL BENE FATTO alla Chiesa e all'umanità...
BENEDETTO SEDICESIMO E' STATO  GRANDE. Anche io,
                                                         come tanti, posso dire le mie impressioni. Mi è sempre piaciuto fin dall'inizio del suo pontificato per la discrezione con cui si è presentato:"sono un umile servtore nella vigna del Signore". Lui, una delle menti più intelligenti della terra ha saputo stupirmi per la  semplicità con cui ha parlato del suo rapporto con Gesù. Lui,il personaggio più in vista della terra che ritiene di essere il servo inutile, dopo che ha lavorato tanto per edificare il Regno di Dio, sente doveroso lasciare una carica così importante.
 Lui mostra a tutti che l’esercizio del potere è autentico servizio, e cosi si fa da parte perchè, mancandogli le forze, un altro prenda il timone della Chiesa con maggior energia.
Il suo gesto rimarrà un segno nella storia della chiesa e dell'umanità intera. Se nella sua grande serietà di Teologo e difensore della Fede si era procurato la fama di essere troppo austero, ora si fa amare per la sua vicinanza a noi e fa tenerezza sentirlo chiedere perdono per i suoi difetti.Quante volte lo abbiamo sentito parlare in modo pacato e chiaro e ci ha spiegato le verità del Vangelo e della fede, chiedendoci di rinnovare la nostra vita a immagine della Vita di Gesù. Io gli sono molto grato per aver servito con lo stile sobrio e autentico la Chiesa in questi anni così travagliati, riconoscendo e chiedendo perdono anche per gli errori dei sacerdoti.
  Anche nella chiesa Albanese c'è molto stupore per il gesto inatteso del papa. Io ho appreso la notizia viaggiando con un sacerdote e andando a trovare un sacerdote in una regione molto isolata. Ma lui aveva già avuto la notizia prima di noi. Le prime considerazioni sono state quelle di una grande ammirazione e di piena riconoscenza per il coraggio di Benedetto XVI. Abbiamo sentito nel nostro cuore di amarlo ancora di più e di stargli vicino in questo momento così decisivo e delicato. 
 E nell'omelia delle ceneri mi ha colpito come il Papa abbia sottolineato che è necessario operare unicamente per Dio nella vita di ogni giorno senza metterci in mostra davanti agli uomini. E' quello che Benedetto sedicesimo ha fatto con disinvolta semplicità dando un esempio di umile mitezza, lui che ha una statura morale così alta. La grandezza e la dignità della sua persona sono valutate da tutti. In questa foto pare che ci dica addio, ma noi siamo contenti che lui ci sia ancora accanto a noi per illuminare il cammino con i suoi scritti e i suoi esempi.
 
 
 

venerdì 8 febbraio 2013

MAESTRO, PADRE, FONDATORE...DAL CUORE GRANDE.



Anche oggi abbiamo parlato molto di Lui






In un clima di famiglia, come voleva Lui, abbiamo festeggiato il ricordo della sua partenza per il Cielo. Nella grande assemblea che radunava tutti gli alunni della nostra scuola di Rreshen - Albania -abbiamo colto tutti insieme il messaggio che la grandezza di un uomo si misura nella sua capacità di Amare gli altri, soprattutto se bisognosi, poveri, diseredati e abbandonati da tutti.
San Girolamo Emiliani è stato un leader che ha affascinato tanti uomini del suo tempo e continua ad insegnare anche oggi lo stile di vita dell'andare controcorrente. 
Per copiare dalla sua vita ci siamo incontrati col gruppo del Movimento Laicale Somasco. Ci colpiva meditando insieme,come fosse di grande attualità la testimonianza della sua Fede, Lui che aveva lasciato tutto pe seguire il Suo Grande Maestro Gesù
Per noi oggi era la prima volta che ci incontravamo dopo il convegno di Quero e Paderno del Grappa e dopo che il Prof. Luigj Gjergji aveva ricevuto dalla mani del p. Generale l'aggregazione alla Congregazione dei Padri Somaschi. Celebrare la Festa di S. Girolamo è stato anche un ricordare il suo metodo educativo e la sua passione per gli orfani e la gioventù bisognosa. Ci siamo detti  che Lui stava volentieri coi ragazzi ed infondeva in loro la saggezza dei valori cristiani. Aveva la regola evangelica che chi non si impegna non può aveve e meritarsi quello che desidera. Instaurava in tutti la cultura che le cose si devono guadagnare sudandole con impegno. Ci portiamo via dalla festa di S. Girolamo la sapienza di impiegare la vita promuovendo il rispetto e la dignità per ogni persona.

sabato 2 febbraio 2013

CONSACRATI A DIO E FIACCOLE ACCESE NEL MOMDO

Continua l'anno speciale dedicato dalla Chiesa Universale alla scoperta della Fede. Il mio amico Alban, educatore dei ragazzi del convitto dei Padri Somaschi di Rreshen, lui che è cattolico, facendomi vedere un rosario, mi ha voluto dire che è "legato" a me col legame della Fede, perchè basta un segno del sacro per classificarsi "fedele", ma io gli ho detto che ciò non basta, perchè la Fede è avere un forte legame con Dio. Ma è anche vero che si va a Dio mediante ogni fratello che Lui mi fa incontrare.
Mi è piaciuto molto il simbolo della candela accesa sull'aquila a due teste che domina sulla bandiera Albanese a sfondo rosso, segno del martirio. Oggi nella giornata della vita consacrata ho meditato sulla donazione totale dei consacrati. Essi sono fiaccole accese che portano luce nelle tenebre del mondo.
Tutti insieme religiosi e religiose delle due diocesi di Lhesa e Rreshen abbiamo potuto festeggiare il giorno della Luce e fare un cammino in processione cantando la gioia di appartenere a Dio nelle molteplici realtà e forme dei carismi di diversi Fondatori che sono uniti dall'unico Ideale del Vangelo.
 Nella nostra  assemblea della mattinata con la presenza di circa 100 consacrati abbiamo tutti insieme professato la Fede con la preghiera, testimoniato la Fede con le esperienze della vita vissuta e celebrato la Fede incontrando Gesù nell'Eucarestia.Mi piace molto constatare che nelle nostre due diocesi di Lesha e Rreshen, già viviamo il numero 30 del documento “Ripartire da Cristo” che dice:” La comunione che i consacrati e le consacrate sono chiamati a vivere, va ben oltre la propria famiglia religiosa o il proprio istituto. Aprendosi alla comunione con gli altri Istituti e le altre forme di consacrazione, possono dilatare la comunione, riscoprire le comuni radici evangeliche e insieme cogliere con maggiore chiarezza la bellezza della propria identità nella varietà carismatica, come tralci dell’unica vite.
 L'incontro e la solidarietà tra gli istituti di vita consacrata vanno quindi favoriti, consapevoli che la comunione è strettamente legata alla capacità della comunità cristiana di fare spazio a tutti i doni dello Spirito Santo … C’è il bisogno di … vivere insieme l’avventura dello Spirito e della sequela di Cristo, di comunicare le esperienze del Vangelo, imparando ad amare la comunità e la famiglia religiosa dell’altro come la propria. Le gioie e i dolori, le preoccupazioni ed i successi possono essere condivisi e sono di  tutti.”