lunedì 25 luglio 2011

IL PRIMO BATTESIMO CELEBRATO DA ME IN ALBANIA

Era da acuni giorni che mi preparavo il rito del Battesimo in Albanese, e per non fare errori l'ho studiato quasi a memoria con l'aiuto di Donika, la mia insegnante, per poter fare festa alla piccola Dea e alla sua famiglia.  La parrocchia che mi aspettava ieri era Bukmire che significa Panebuono e dista un'ora di macchina da Rreshen. Il villaggio è molto bello, posato in una conca verde in mezzo ai vigneti.
                  La strada percorsa alle tre del pomeriggio sotto il sole cocente, si inerpicava in mezzo a montagnole e boscaglie, e l'unico segno di vita incontrato è stato un gregge misto di pecore e caprette guidato da una robusta pastora.
     Alle quattro abbiamo iniziato il rito con i canti, alla presenza di molti ragazzi ed alcune donne. Il tema evangelico del tesoro nel campo mi è servito per spiegare che noi, che abbiamo incontrato Gesù e lo seguiamo, siamo come quel ricco mercante che preferisce la perla preziosa (Gesù) a tutto il resto, e la piccola Dea, col battesimo è diventata anche lei ricca perchè ora possiede in sè quel prezioso tesoro che è la Grazia di Dio. Salutando i genitori e la madrina, che a settembre entrerà in noviziato dalle pastorelle ad Albano Laziale, mi ha commosso il gesto della mamma di Dea, che riconoscente per la festa vissuta insieme, ha aperto la borsetta, ha tirato fuori un cioccolatino e me lo ha offerto con un dolcissimo sorriso. Questo gesto mi ha gratificato e ricompensato per il sudore e la fatica fatta.
I ragazzi, animati dalle catechiste, hanno concluso la serata insieme con una tombolata che qui si fa anche d'estate come segno di grande festa.
E oggi che è il mio onomastico ho ringraziato immensamente Dio che mi da l'opportunità di incontrarLo, farLo vivere e farLo crescere in me facendo la Sua Volontà nel momento presente.


domenica 17 luglio 2011

SENTIRSI A CASA ED ENTUSIASMARSI PER UNA FROTTA DI BAMBINI.

 In questi giorni, Rino, come tutti chiamiamo semplicemente e familiarmete, eppure è il Prof. Dariol, insegnate di tenologie idrauliche,è venuto a stare con noi nel centro professionale di Rreshen per 8 giorni.E' l'ennesima volta che parte da Como, lascia tutti gli impegni di casa sua, gli amici, i suoi hobbies e due volte all'anno viene a darci una mano.
E' un uomo con molte risorse, sempre dinamico, a perto al dialogo. Sa mettere a frutto la sua esperienza professionale insegnando, educando, guidando. Per tutta la settimana ha portato avanti l'aggiornamento e lo studio delle nuove tecnologie in campo idraulico-elettronico spiegando ai nostri docenti come ci si può preparare per il  prossimo anno scolastico in modo adeguato.

 Ha voluto stimolare tutti noi a fare il punto della situazione della nostra scuola sensibilizzandoci a preparare già fin da ora i nuovi programmi da stendere e approvare nel collegio dei docenti. Nel suo dinamismo positivo e costruttivo, ci ha insegnato a non perdere tempo anche se siamo in clima di vacanze. Appassionato per le cose belle della natura, sempre alla ricerca del meglio, attento alle normative sulla sicurezza, ci ha lasciato il compito di migliorarci ogno giorno con lo studio e con la pratica.
Ho scoperto anche che ha amici in mezzo mondo, conosciuti sempre nell'ambito del volontariato che esercita con molta competenza. Così non  poteva mancare la visita a sorpresa e la cenetta da suor Clara conosciuta qualche anno fa in Romania e che ora sta a Perlat-Rreshen.


Oggi per le strade del mondo c'è ancora S. Girolamo che si appassiona a cercare i ragazzi bisognosi tramite persone come Rino. Il suo interesse è verso, i soli. Il suo cuore è grande e accogliente. Che gioia nei villaggi poveri dove siamo andati, sentirsi a casa. Ti ricordi Rino il pomeriggio caldo passato a Bukmire dove ti sei entusiasmato per la frotta di bambini? Grazie perchè ti ho sentito missionario come me.

martedì 5 luglio 2011

SUL PIAVE INIZIO' 500 ANNI FA' L'AVVENTURA DELLA LIBERAZIONE DI S. GIROLAMO EMILIANI,FONDATORE DEI PADRI SOMASCHI

 

Giubileo Somasco 2011-2012

500 anni di un carisma nella Chiesa e nella società

I Padri Somaschi non possono far passare sotto silenzio l’evento che interessò Girolamo Emiliani, loro Fondatore, nella notte tra il 27 e il 28 settembre 1511.
In quella notte, infatti, essi vedono attuarsi quell’agire sommesso di Dio che «pian piano costruisce nella grande storia dell’umanità la sua storia» . Per la mediazione di Maria, Madre delle Grazie, Dio, ricco di misericordia, bussa al cuore di Girolamo, giovane soldato della Serenissima Repubblica di Venezia preparandolo ad entrare nel numero dei grandi santi del secolo XVI «che portano con sé nuove irruzioni del Signore nella storia confusa del loro secolo che andava alla deriva allontanandosi da Lui» .
L’evento provvidenziale è, in realtà,  un piccolo avvenimento da inquadrare nella lunga e spietata guerra che la Repubblica di Venezia, all’apice della sua potenza, sostenne contro tutte le potenze d’Europa dal 1508 (lega di Cambrai) al 1516 (pace di Noyon).
Girolamo Miani, giovane patrizio veneziano, all’età di 25 anni ottenne dal Maggior Consiglio la castellania di un forte posto all’imboccatura della valle del Piave: Castelnuovo presso Quero. Vi si recò nella primavera del 1511, e provvide alla sua fortificazione. Ma i sogni di gloria svanirono all’alba del 28 agosto 1511 quando la guarnigione del castello dovette arrendersi di fronte alle forze preponderanti dei coalizzati. Il castellano fu gettato in prigione e vi rimase, incatenato, per un mese. Ma, nella  notte tra il 27 e il 28 settembre la speranza rifiorì nel cuore del  prigioniero per un fatto insperato.
L’evento è narrato con la freschezza e la semplicità disarmante di un ex voto: « Girolamo Miani facendo la sua vita in pan ed acqua, essendo tutto afflitto e mesto per la mala compagnia li venia fatta et tormenti dati, avendo sentito nominar questa Madonna di Treviso, con humil core a lei se aricomanda, promettendo visitar questo suo loco miraculoso, venendo di scalzo, in camisa, et far dir messe. Statim (subito) li apparve una donna vestita di bianco, avendo in man certe chiave et li dixi: tolle queste chiave, apri li ceppi et torre , et fuge via. Et bisognando pasar per mezo lo exercito de soi inimici et non sapendo la via di Treviso, si ritrovava molto di mala voglia. Iterum (di nuovo) si ricomandò alla Madonna, et la pregò che gli desse aiuto a insire (uscire) dello esercito con la vita, et gli insegnasse la via di venir qui; et statim (subito) la Madonna lo pigliò per man et lo menò per mezzo gli inimici, che niuno vide niente. Et lo menò alla via di Treviso et come puote veder le mura della terra (città) disparve. Et lui proprio contò questo stupendo miraculo» .

In questo evento miracoloso, fin dai primi anni della sua storia, la Congregazione somasca ha sempre visto la sua origine, la “dolce occasione che la Provvidenza” gli ha preparato per suscitarla nella Chiesa di Dio a servizio dei poveri . Un carisma nato in carcere e cresciuto per strada: un carisma a vantaggio chi il carcere lo vive ogni giorno dentro di sé e senza speranza, e che trova solo nella strada la “casa” che lo “ospita”. Per questo motivo l’attenzione non è rivolta esclusivamente alla liberazione miracolosa. Nel silenzio di quella notte l’intervento di Maria ruppe le catene della prigionia e, soprattutto, quelle del cuore dell’Emiliani, disponendolo a diventare soldato di Cristo. Nella stessa notte furono scandite le prime battute di un dialogo d’amore tra il Liberatore e il liberato che gradatamente aiuterà Girolamo «ad interpretare i segni dei tempi e a rispondere in modo illuminato alle esigenze via via emergenti».
Agli occhi di Girolamo, illuminati dallo Spirito, apparve la grande emergenza del momento: la riforma della Chiesa. Egli si accinse ad affrontare questa impresa entrando nella logica di Dio che sceglie ciò che è debole nel mondo per confondere i forti . Alla scuola di Gesù Crocifisso entrò in un itinerario spirituale che, in 17 anni di ricerca della Volontà di Dio lo portò gradualmente a spogliarsi di ogni sicurezza umana per conformarsi sempre meglio a Cristo nudo in croce. Il beato Giovanni Paolo II ci ha ricordato, però, che lo Spirito Santo «lungi dal sottrarre alla storia degli uomini le persone che il Padre ha chiamato, le pone a servizio dei fratelli e le orienta a svolgere particolari compiti in rapporto alle necessità della Chiesa e del mondo» .

Ardendo di amore per Dio e la Chiesa Girolamo impegnò tutto se stesso nella contemplazione e nell’azione caritativa, accompagnato sempre dalla sua amica povertà. Privilegiò l’azione a vantaggio degli orfani con i quali volle creare delle piccole oasi di cristiani riformati che sarebbero state fermento vivo nella generale riforma della Chiesa. Il suo esempio attrasse altri che, come lui, rinunciarono a tutto per seguire Cristo Crocifisso e servire i poveri. Sorge la Compagnia dei servi dei poveri riconosciuta poi dalla Chiesa come Ordine dei Chierici Regolari Somaschi. Anche essi, come il Fondatore, mostrano la loro offerta a Cristo servendo i poveri.
Il 137° Capitolo generale della Congregazione, appena conclusosi, si è posto nella prospettiva di tale avvenimento, e vi ha tratto ispirazione per guardare al proprio futuro: LIBERI PER SERVIRE, hai spezzato le mie catene. La frase che richiama il salmo 116, costituisce il motivo ispiratore per il Giubileo e gli anni a venire. La Famiglia carismatica somasca è chiamata a guardare al proprio Fondatore, a tornare con lui a Quero e rivivendo l’esperienza della liberazione. Calarsi nella situazione di Girolamo nel mese della prigionia, anche se solo nella modalità del memoriale, richiede alcuni passaggi fondamentali capaci di ridare vita e slancio ad un carisma che sta per varcare la data dei 500 anni.
  Primo passaggio: si tratta di prendere coscienza della situazione esistenziale e creaturale segnata dal limite e dal peccato, che sempre incatenano, non temere di dare un nome alle catene che impediscono la libertà da figli di Dio.
Secondo passaggio: si tratta di rialzare lo sguardo facendo memoria del dono di grazia concesso a san Girolamo e trasmesso sotto l’azione dello Spirito Santo alla Compagnia, e attraverso di lei, nostra madre, ad ognuno di noi.
Terzo passaggio: si tratta di riconoscere che tutto questo è dono immeritato e che l’intercessione di Maria, che ha accompagnato per mano Girolamo attraverso il campo nemico, continua a lavorare anche oggi perché la Compagnia resti libera e salda senza lasciarsi imporre di nuovo il giogo della schiavitù .
Quarto passaggio: si tratta di ribadire il motivo della nostra nascita, della nostra uscita dal carcere di Quero, che corrisponde alla glorificazione di Dio, al bene della Chiesa, alla partecipazione alla sua missione apostolica attraverso il servizio a Cristo nei poveri. Nel progetto di Dio la Congregazione non nasce e resta libera per sé, ma per la Chiesa e per i poveri di Cristo.
A questi passaggi ci stiamo preparando da tre anni interiorizzando e cercando di attualizzare il testamento del Fondatore . Sono solo tre frasi, ma dense di contenuto e sintesi di un’autentica esperienza carismatica:
•    seguite la via del Crocifisso disprezzando il mondo: ossia la spiritualità come sequela di Cristo, perché la spiritualità somasca è portare col dolcissimo Gesù il peso della Croce;
•    amatevi gli uni gli altri: ossia la comunione di vita, perché la Compagnia somasca è testimonianza di Chiesa riformata come quella del tempo degli Apostoli;
•    servite i poveri: ossia la missione per il Regno di Dio nel mondo come applicazione di Mt 25 e Lc 10, perché la missione somasca è missione samaritana.
Il Giubileo dei cinquecento anni vuole quindi rinnovare la forza e l’energia contenuta nel miracolo del 27 settembre 1511 e ribadire che se poniamo tutta la nostra fede e speranza nel Signore egli continuerà a fare in noi cose grandi esaltando gli umili.
Lo spirito che guida la Congregazione e la Famiglia somasca è quello di Quero, ed è l’evento che ci radica nella storia di oggi in fedeltà al carisma che siamo chiamati a custodire e sviluppare per confermare noi stessi ed i fratelli nelle opere di Cristo per non tornare indietro né lasciare tornare altri.

p. Franco Moscone crs
Preposito generale

venerdì 1 luglio 2011

IN AIUTO ALL'ALBANIA dal Vaticano.

 Qualche giorno fa in Albania abbiamo avuto una visita molto importante da parte della Santa Sede. Il cardinale addetto al dicastero equivalente al Ministero degli esteri, dopo aver effettuato i grandi incontri politici e diplomatici col governo albanese, ha voluto incontrare nella cattedrale di Tirana un centinaio tra vescovi, sacerdoti, religiosi/e per aiutarci a capire come sono i rapporti tra lo stato Albanese e la Chiesa Cattolica a 20 anni dalla caduta del regime comunista che aveva azzerato ogni forma di pratica della fede distruggendo qualsiasi segno sacro e lavando il cervello per 45 anni alla gente semplice.
 Abbiamo capito che i rappresentanti dello Stato apprezzano  ora molto il modo di operare dei cattolici anche se siamo in grande minoranza. Tutte le realtà ecclesiali operano con una presenza significativa sia nell'evangelizzazione che negli interventi caritativi  con l'organizzazione di tutti gli organismi specifici.
Certamente si notano ancora molte perplessità anche da parte del nostro nunzio apostolico. La strada è ancora in salita per i problemi sociopolitici ed economici e la ricerca del Regno di Dio e della sua giustizia non è ancora un Ideale prioritario, ma noi ci siamo e apprezzando il sacrificio dei 44 martiri che sono morti per la fermezza della loro fede, continuiamo a dare la nostra vita qui dove Dio ci ha messi, per il bene di chi ci sta accanto.

domenica 19 giugno 2011

“SPEZZARE LE CATENE” Ci troveremo ad Albano L. per il Mov.Laicale Somasco

 Spezzare le catene”, è il quarto tema del Convegno del Movimento Laicale  Somasco ad Albano (Roma) che quest’anno coincide con quello dell’anno giubilare della Congregazione dei Padri Somaschi, “Dirupisti vincula mea”, a cinquecento anni da quel 27 settembre 1511 in cui  S. Girolamo fu miracolosamente liberato dalle catene della sua schiavitù.
È un tema forte e impegnativo, che sa di dolore ma anche di speranza . Noi gruppo favoloso dell'Albania, parteciperemo in dodici e ci stiamo preparando a dare il meglio di noi stessi per inserirci in questo cammino di impegno.


Diciamo per i nuovi cosa sarà il nostro prossimo incontro di Albano: un momento di riscoperta del carisma di S. Girolamo, passando come lui attraverso le fatiche e le catene dei nostri giorni, per scoprire che la libertà vera è frutto della conversione di un cuore che sa aprirsi alla sofferenza propria e di chi ci sta accanto, sapendo che nessun dolore è fine a se stesso ma una ricchezza per migliorarci.

Potremosperimentare la gioia di ritrovarci per ascoltare e  condividere le esperienze di ognuno di noi … approfondire temi di attualità, provando a guardarli da una prospettiva nuova per leggere nel nostro tempo spiragli di speranza … perché il dolore, la malattia, il disagio sociale, la povertà, la violenza, la paura non siano argomenti relegati ai telegiornali, ma siano da noi conosciuti e affrontati in profondità e con la certezza che costruire un futuro migliore è possibile e tocca a noi! Noi ci saremo.

domenica 12 giugno 2011

UNA VISITA IMPORTANTE E GRADITA

Nei giorni passati, dal 2 al 4 giugno, nella comunità di Rreshen abbiamo avuto la soddisfazione di avere tra noi il p. Piergiorgio Novelli, provinciale della provincia Ligure Piemontese dei padri Somaschi, molto atteso da tempo, come aveva promesso,   accompagnato dal p. Giancarlo di Torino. La prima realtà che abbiamo voluto far conoscere è stata la scuola professionale con i laboratori di informatica, idraulica e di elettricisti. Abbiamo potuto anche visitare la nuova struttura in costruzione che ospiterà il reparto di meccanica auto ed elettrauto.
 
Siccome il tempo era veramente ridotto per visitare le varie attività della comunità dei padri Somaschi, subito nel primo giorno ci siamo recati a far visita ai villaggi di Spal dove c'erano le vecchie miniere, oramai chiuse e così molti uomini dovettero emigrare lasciando a casa donne e bambini. Sul pendio della montagna di fronte, siamo poi saliti col fuori strada per andare al Villaggio di Shpal. In questi villaggi il p. Giacomo si reca a celebrare le Messe domenicali. Di seguito il viaggio è continuato  per il villaggio di Gesiq che è affidato dal Vescovo alla cura pastorale di p. Vittorio.

Per poter far sì che i nostri due padri che venivano per la prima volta a visitare l'Albania si potessero inculturare nella storia, negli usi e costumi degli abitanti, abbiamo chiesto aiuto alla prof. Donika che ci organizzasse una mezza giornata culturale per la visita al palazzo della cultura ed al museo civile e storico di Rreshen.                      Sia il Dr. Marku che il direttore del Museo, in modo incisivo ed essenziale, ci hanno fatto rivivere i momenti drammatici della storia albanese illuminandoci le figure dei personaggi importanti che hanno costruito il paese dal punto di vista civile, storico e religioso tra cui c'erano insigni ecclesiatici.

Molto importanti e  significative sono state le visite alle opere caritative della cittadina tra cui il convitto femminile che porta avanti un'attività parallela alla nostra e l'accoglienza dei bambini disabili da parte delle suore del Verbo incarnato, chiamate suore bleu.

La visita a due vescovi, Mons. Cristoforo e Mons. Ottavio di due diocesi limitrofe è stata molto importante per far prendere coscienza come la vita pastorale in Albania procede con molte difficoltà per mancanza di forze e per i disagi evidenti della terra di Missione.

 Anche le due ore di viaggio sulle montagne per strade impervie per la partecipazione al rito della cresima, nel villaggio di Ungrej, del nostro alunno Zef Prenga con l'invito a pranzo col vescovo da parte delle suore Pastorelle di Albano, ha contribuito a farci capire meglio l'ambiente sotto tanti punti di vista.

 Non poteva mancare una parentesi turistica, visitando la zona balneare di Shengjin.
Il P. Giancarlo non potendo fare il bagno si è accontentato di una buona birra albanese e ci ha assicurato che farà buona propaganda per sensibilizzare il movimentro laicale somasco di Torino a venire a prestare la loro opera di volontariato e a fare anche le vacanze in terra albanese, terra selvaggia dei Balcani ancora da scoprire nella sua bellezza incontaminata.













sabato 11 giugno 2011

L'AMORE VERO EDUCA SEMPRE ED OTTTIENE I FRUTTI

Ho trascorso una intera mattinata nella scuola materna della parrocchia della cattedrale di Rreshen.Ho veramente occupato bene il mio tempo perchè ho imparato molte cose nuove da questa esperienza. Intanto si doveva organizzare un video dei bambini della scuola.Si doveva rappresentare il tema delle quattro stagioni con una  coreografia curata bene.

Anche la scenografia del palco del grande salone sotto la cattedrale era ben curata e variopinta come i colori dei vestiti dei bambini. A fine mattinata sarebbero arrivate le mamme per la festa di fine anno. Mi incuriosiva vedere la gioia sul volto di tutti per i canti, le recite, il video.Tutto curato bene.Anche l'ordine e la disciplina e perfino il silenzio al mmento opportuno.

Ma non tutti i bambini mi sembravano felici. Sul volto di qualche bimba scoprivo un velo di tristezza.Mi hanno spiegato che anche qui c'è un'infanzia problematica e negata per il fatto delle povertà, delle separazioni, anche se c'è il voler apparire esteriormente,senza probblemi. 
Purtroppo si notano le differenze tra i bambini accolti con amore nella loro famiglia, seguiti, curati, svegli, dotati...e quelli trascurati, abbbandonati a se stessi come i rom, i figli che vivono i drammi delle violenze familiari, così i figli che non hanno una famiglia e sono sempre per la strada, abbandonati a sè stessi.
 La scuola materna seguita dalle suore è una bellissima realtà che supplisce ai limiti della famiglia e della società. Mi sono chiesto come sarà il futuro di questa genrazione. Sicuramente in Albania sarà proprio questa generazione dei piccoli e dei giovani a dare una svolta al futuro di una societa' ancora ingrippata per tanti limiti, per la precarietà e i condizionamenti sociali, economici, politici e con grossi probblemi morali di incuranza civica.

Il cammino da percorrere delle donne è ancora lungo, persistono ancora discriminazioni nel mondo del lavoro, sia per i salari che per le assunzioni, e non sono scomparsi gli ostacoli che sbarrano l’accesso a certe professioni, anche se alcune più coraggiose riescono a superarli. I rapporti umani  generati da profondi mutamenti pongono nuovi problemi. Ci vuole ancora un cambiamento forte ed un aiuto che provenga da convinzioni evangeliche.
Queste bambine seguite, formate, educate in un ambiente sano e stimolante come è quello delle suore e dell'equipe della scuola materna, hanno sicuramente un futuro migliore per il senso di dignità e per il valore della persona umana che va maturando in ogni ambiente formativo della società Albanese. A me sono sembrate già delle piccole donne con un comportamento compito e di buon modo.
Non così mi è parso dei bambini, più qualunquisti e disirdinati nel comportamento e nel vestire. Ho avuto l'impressione che, come mi dicono in molti, qui il maschio fin da piccolo può tutto, ha le pretese sempre soddisfatte perchè lui è il re della situazione e può esprimere i suoi istinti e capricci e soddisfarli sfacciatamente.
Sono riuscito a farmi amico questo bambino ed ho potuto sperimentare che con l'attenzione e l'Amore si conquistano i cuori. Nella mia esperienza nel convitto della mia comunità e nella scuola professionale di quest'anno che volge al termine ho capito che L'AMORE EDUCA e che TUTTO VINCE L'AMORE. Sempre che sia quello con la A maiuscola.