sabato 7 febbraio 2015

TRATTI DI UN SANTO ATTUALE.


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8 febbraio: FESTA DI SAN GIROLAMO EMILIANI Fondatore dei Padri Somaschi.

Così S. Girolamo compendia nell'ultima sua lettera il cammino ascetico che devono percorrere i Servi dei Poveri che poi diventeranno i Padri Somaschi:« Non sanno che si sono offerti a Cristo, che stanno nella sua casa e mangiano del suo pane e si fanno chiamare Servi dei Poveri di Cristo? Come dunque vogliono compiere ciò che hanno promesso, senza carità né umiltà di cuore, senza sopportare il prossimo, senza cercare la salvezza del peccatore e pregare per lui, senza mortificazione…senza obbedienza e senza rispetto delle buone usanze stabilite? » Un santo molto esigente.
8 febbraioSAN GIROLAMO EMILIANIconfessore e fondatore
San Girolamo Miani (o Emiliani) nacque a Venezia nel 1486. Intraprese la vita militare, ma questa non lo soddisfava. Fatto prigioniero pregò la vergine Maria e fu liberato. Abbandonò la vita militare consacrandosi al soccorso dei poveri e dei derelitti, vendendo i propri averi e distribuendoli.
Si dedicò in modo particolare ai bambini orfani e poveri fondando tra l'altro l'Ospedale degli Incurabili di Venezia, la bottega degli orfani a S. Rocco e una casa per prostitute pentite.
La sua esperienza spirituale matura attraverso il movimento del Divino Amore, con l'influenza di personaggi come Gaetano da Thiene (fondatore dei teatini) e il cardinale Gian Pietro Carafa, poi papa Paolo IV. Fu chiamato da vescovi della Lombardia e del Veneto ad ordinare le opere di carità delle loro diocesi. Nel 1532 fondò l'Ordine dei Chierici Regolari di Somasca.
Morì nella cittadina di Somasca (Lecco) l'8 febbraio 1537 per aver contratto la peste dai malati che curava durante una terribile epidemia che aveva colpito la Valle di S. Martino.
Fu canonizzato nel 1767, il suo culto liturgico fu fissato dalla Chiesa il 20 luglio, data che rimase in vigore sino agli anni del Concilio Vaticano II; dopo il Concilio la festa liturgica è stata spostata all'8 febbraio (in cui sin dal XVI secolo si è sempre celebrato il ricordo della morte).
La forma corretta del cognome è Miani, come appare dalla firma autografa su alcune sue lettere, mentre Emiliani risulta essere la latinizzazione del nome e la sua nobilizzazione (discendenti dalla famiglia degli Emili).
Santuario di Somasca: vista dall'alto.
Cappella di San Girolamo eretta nella "Valletta".
La Scala Santa ai piedi della cappella, edificata per volere di San Girolamo. Al culmine, l'Eremo dove il Santo si ritirava in preghiera.
Da Milano Girolamo fa alcune puntate a Pavia e a Como, per fondarvi nuove opere di carità. Come già altrove anche in queste città coinvolge molte persone, sacerdoti e laici. Poiché il numero dei collaboratori aumenta, Girolamo darà a questo gruppo un'organizzazione, scegliendo per loro il nome programmatico di "Servi dei Poveri". La nuova famiglia religiosa sarà approvata da papa Paolo III nel 1540; successivamente papa Pio IV la eleverà a Ordine Religioso, con il titolo di Chierici Regolari di Somasca o Padri Somaschi.
Girolamo arriva nella Valle di San Martino alla ricerca di un luogo per la sua Compagnia. Nei dintorni su un promontorio roccioso si eleva un vecchio castello abbandonato (che la leggenda indica come residenza dell'Innominato manzoniano) cui si apre un magnifico panorama sul lago. Poco al disotto del castello una spianata, "la Valletta", offre un posto adatto per ospitarvi gli orfani: qui il Miani apre una scuola di grammatica e una specie di seminarioper la Compagnia ancora alle sue origini: vi si alterneranno lo studio, il lavoro agricolo e attività dirilegatura e tornio. Forse è allora che crea le sue giaculatorie che riassumono il fondamento della devozione religiosa: «Dolcissimo Gesù, non esser mio giudice, ma mio Salvatore!» «Signore, aiutami! Aiutami, Signore e sarò tuo!.»
Nel 1535 deve tornare a Venezia, richiamatovi dal suo confessore, perché le opere, sviluppatesi oltre misura, devono essere ristrutturate ed è necessario il suo consiglio. Ritornato poi in Lombardia, passa per VicenzaVeronaBresciaBergamo; rivisita le opere, i confratelli, i ragazzi, i collaboratori:
Qualcuno lo ha chiamato "vagabondo di Dio". C'è chi pensa che gli si addica meglio "pellegrino della carità". 


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