venerdì 27 maggio 2011

“Fede significa abbandonarsi a Dio: festa per il Battesimo dei nostri ragazzi di Rreshen"



“Padre mio, io mi abbandono a Te. Fà di me ciò che ti piace. Qualsiasi cosa Tu faccia, io ti ringrazio. Sono pronto a tutto, perché la tua volontà sia fatta in me e in tutte le tue creature. Io non desidero altro, mio Dio! Rimetto la mia anima nelle tue mani; te la dono, mio Dio,con tutto l’amore del mio cuore, perché ti amo. Ed è per me una necessità di amore donarmi e rimettermi nelle tue mani senza misura, con infinita fiducia, perché Tu mi sei Padre”.E' la preghiera molto bella di Charles de Foucauld, che traduce questo abbandono.
E’ una preghiera che sa di gioia, di luce, di pace, di conforto non soltanto per noi, ma anche per coloro che stanno bene e non hanno problemi. E’ una preghiera che illumina la nostra dignità battesimale”.
“Con il Battesimo siamo diventati Cristo”, ci ricorda sant’Agostino. Nel Battesimo l’uomo scopre la sua identità, che lo rende figlio nel Figlio, a immagine e somiglianza di Dio. Conoscere Dio non è più solo un’idea o un pensiero, uno sforzo intellettuale, ma un incontro con una Persona: Gesù Cristo, crocifisso e risorto. Essere battezzati è imparare a pensare come Lui, a valutare come Lui le persone e le cose, a seguirlo sulla via della croce, fino a ‘dare la vita’ come ha fatto Lui. Il progetto di Dio per tutti i battezzati è che‘siamo conformi all’immagine del Figlio suo’ (Rom 8,29) e che ‘arriviamo tutti … allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo’ (Ef 4,13).
Se la vita cristiana consiste nel seguire Gesù, imparando gradualmente a conoscerlo e
assimilando pian piano i suoi valori e il suo progetto di vita, l’educazione cristiana consiste nello sviluppare in tutti i cristiani una affinità crescente rispetto a Cristo, non solo mediante una adesione intellettuale, ma attraverso una ricchezza molteplice di vita cristianamente vissuta all’interno delle comunità (nella vita liturgica, nella condivisione  della vita fraterna, nelle opere di carità, nell’impegno sociale-culturale-politico, ecc.).
E’ quindi importante aiutare i singoli battezzati a discernere quella particolare vocazione che meglio risponde alla propria personalità, ai doni di cui ciascuno è in possesso, quella forma di testimonianza in cui poter crescere e vivere la propria fede nel Signore Gesù, a servizio dei fratelli.
 Si realizza pertanto quanto san Giovanni esprime nella sua prima lettera: “In questo sta l’amore:non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (4,10).
La vocazione di ogni battezzato comincia a prendere forma quando questi impara a riconoscere e a sperimentare l’amore totalmente gratuito e preveniente di Dio Padre, lo accoglie con
larghezza di cuore e impara a rispondere all’amore ricevuto. L’uomo, plasma il cuore  suo impregnandolo della forza dell' amore perché diventi sempre più conforme a Gesù, “mite e umile di cuore”. Vero Figlio del Padre, pienamente uomo, in tutto sottomesso alla sua volontà, è
l’immagine perfetta di figlio, che Dio Padre si attende da ciascun battezzato. Solo chi tende ad amare con la stessa intensità con cui Gesù ama, può fare della vita un dono, diventando, come Lui, pane spezzato per l’offerta al Padre e per la vita del mondo”.




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