Ci piace camminare, correre, svagarci e divertirci accanto la gente della città che ha usanze molto diverse da noi che proveniamo dai villaggi e dalla campagna. Osserviamo il modo originale del vestire più ricercato, forse la maggior educazione e raffinatezza dei Tiranesi.
Ci colpiscono, percorrendo poi la via centrale, i grandi palazzi del parlamento, dei ministeri e le università che si stagliano in alto.Tirana ci pare grandiosa e bella. Tutto e' nuovo, ben curato, eccetto il mausoleo fatto costruire dal dittatore Henver Hoxa. Pare lì per ricordare il passato...
Ci assale la voglia di salire di corsa questa fantomatica piramide, assaltarla per così dire, conquistarla per avere la rivalsa su colui che aveva dominato per 45 anni sulle persone, rendendole schiave e mortificando il loro spirito e la loro dignità. Ancora tutti parlano con sofferenza di questa storia.
Dal di sopra della vecchia piramide, si può contemplare la grande capitale che conta ormai quasi un milione di abitanti. Dalla sua cima si vedono i giardini, i grandi palazzi e si respira un senso di grandezza e di libertà. Riusciamo anche a passare accanto allo stadio.Non attira molto. I giovani tifano le squadre italiane e spagnole...
Davanti alla cattedrale, troviamo come sorpresa gradita il Vescovo ausiliare di Tirana, Mons. Frendo Gjiergj, che si intrattiene volentieri con noi, desidera conoscerci e darci il benvenuto paterno e cordiale. Gli parliamo della nostra scuola di Rreshen, l'unica scuola professionale della regione Mirdita... un fiore all'occhiello, come si dice!
Sul tardi ci aspetta una cenetta a base di pizza e coca-cola in uno dei centri commerciali dal nome strano: QTU.
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