sabato 2 febbraio 2013

CONSACRATI A DIO E FIACCOLE ACCESE NEL MOMDO

Continua l'anno speciale dedicato dalla Chiesa Universale alla scoperta della Fede. Il mio amico Alban, educatore dei ragazzi del convitto dei Padri Somaschi di Rreshen, lui che è cattolico, facendomi vedere un rosario, mi ha voluto dire che è "legato" a me col legame della Fede, perchè basta un segno del sacro per classificarsi "fedele", ma io gli ho detto che ciò non basta, perchè la Fede è avere un forte legame con Dio. Ma è anche vero che si va a Dio mediante ogni fratello che Lui mi fa incontrare.
Mi è piaciuto molto il simbolo della candela accesa sull'aquila a due teste che domina sulla bandiera Albanese a sfondo rosso, segno del martirio. Oggi nella giornata della vita consacrata ho meditato sulla donazione totale dei consacrati. Essi sono fiaccole accese che portano luce nelle tenebre del mondo.
Tutti insieme religiosi e religiose delle due diocesi di Lhesa e Rreshen abbiamo potuto festeggiare il giorno della Luce e fare un cammino in processione cantando la gioia di appartenere a Dio nelle molteplici realtà e forme dei carismi di diversi Fondatori che sono uniti dall'unico Ideale del Vangelo.
 Nella nostra  assemblea della mattinata con la presenza di circa 100 consacrati abbiamo tutti insieme professato la Fede con la preghiera, testimoniato la Fede con le esperienze della vita vissuta e celebrato la Fede incontrando Gesù nell'Eucarestia.Mi piace molto constatare che nelle nostre due diocesi di Lesha e Rreshen, già viviamo il numero 30 del documento “Ripartire da Cristo” che dice:” La comunione che i consacrati e le consacrate sono chiamati a vivere, va ben oltre la propria famiglia religiosa o il proprio istituto. Aprendosi alla comunione con gli altri Istituti e le altre forme di consacrazione, possono dilatare la comunione, riscoprire le comuni radici evangeliche e insieme cogliere con maggiore chiarezza la bellezza della propria identità nella varietà carismatica, come tralci dell’unica vite.
 L'incontro e la solidarietà tra gli istituti di vita consacrata vanno quindi favoriti, consapevoli che la comunione è strettamente legata alla capacità della comunità cristiana di fare spazio a tutti i doni dello Spirito Santo … C’è il bisogno di … vivere insieme l’avventura dello Spirito e della sequela di Cristo, di comunicare le esperienze del Vangelo, imparando ad amare la comunità e la famiglia religiosa dell’altro come la propria. Le gioie e i dolori, le preoccupazioni ed i successi possono essere condivisi e sono di  tutti.”
 
 

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