“ …sopportare? “:
Questa parola pare meno nobile che accogliere o amare, ma è anch’essa una modalità di comunione, basti pensare che “nell’inno alla carità” S. Paolo la cita tra le varie espressioni.
Per far spazio all’altro, infatti, occorre dimenticare noi stessi:
l’accettare senza sentirne il peso cioè sopportare le differenze dell’altro è un primo passo per non restare in noi stessi.
È “l’amore” che ci muove, che ci suggerisce come rispondere alle situazioni e alle scelte che siamo chiamati a compiere.
È l’amore che ci insegna a distinguere: questo è bene, lo faccio; questo è male, non lo faccio.
È l’amore che ci spinge ad agire cercando il bene dell’altro.Non siamo guidati dal di fuori, ma da quel principio di vita nuova che lo Spirito Santo ha posto dentro di noi.
In concreto sopportare l'altro, sarà quindi: non giudicare .
Proviamo a vivere così.
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