C'E' ARIA DI FESTA IN GIRO. SI AVVICINA LA PASQUA ... In questi giorni abbiamo vissuto dei momenti importanti nella vita del convitto dei Padri Somaschi di Rreshen.Anche noi, come tutti, ci siamo messi in cammino nel periodo quaresimale per migliorarci ed abbiamo scelto degli impegni per rispettare gli altri. Avere attenzione a chi ci sta accanto, accetare le diversità degli altri, capire i gusti diversi, i modi di fare che sono propri di ognuno... In particolare ai ragazzi abbiamo chiesto di non prendere in giro e deridere chi ha dei limiti e difetti. Rispettare, insomma la personalità di ognuno. Accettare anche il positivo che c'è in tutti e correggere con tatto gli sbagli degli altri...
martedì 26 marzo 2013
venerdì 15 marzo 2013
UN PAPA CHE PIACE IN QUESTO TEMPO DIFFICILE
ANCHE A ME PIACE QUESTO NUOVO PAPA . Lo abbiamo subito accolto e festeggiato con tutti i ragazzi del convitto di RRESHEN -Albania- ABBIAMO FATTO FESTA con il mondo intero. Le sue parole ci hanno commosso.
"Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a
prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio
dell’accoglienza".
Ha destato molta simpatia il fatto significativo che un gesuita abbia scelto il nome di Francesco: tutto questo significa
apertura ai carismi, a tutti i carismi che ci sono nella chiesa e che portano novità di vita.
.... "E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese.
Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza".
.... "E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese.
Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza".
E' piaciuto il suo stile semplice, familiare nella prima uscita sulla loggia: ha toccato il cuore degli uomini.
Ho avuto la sensazione e la certezza che, il nuovo Papa, con il suo sirriso, con il suo saluto un pò impacciato e con le sue parole semplici ha saputo far sentire a tutti la gioia di avere un
Padre che ci vuole bene».
"E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima – prima,
vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi
preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la
Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su
di me". A noi ora tocca ricordarlo tutti i giorni perchè anche lui prega per noi. Un grazie a Dio per il dono del nuovo Papa.venerdì 8 marzo 2013
AUSPICI E AUGURI NELLA FESTA DELLA DONNA
UNA GIORNATA PER ESALTARE IL "GENIO FEMMINILE" E IL CUORE DI OGNI MADRE....
Ho cercato di capire quale importanza ha nel 2013 la festa della donna in Albania, in particolar modo in Mirdita. Mi sono informato, ho assistito a dei momenti di festa, ho scattato foto. Ho potuto vedere come rapidamente ormai sono crollati i vecchi tabù e le nuove generazioni sono all'altezza delle generazioni d'Europa, anche se con il limite di una povertà di mezzi e la precarietà delle organizzazioni sociali e politiche.
La difficoltà è il passaggio dalla vecchia generazione che vive ancora dei ricordi drammatici della oppressione, dell'ignoranzeae dell'isolamento. Ma la cultura ormai è diversa e c'è un cambiamento positivo e continuo.
Stando a contatto con le famiglie, la scuola, l'ambiente di formazione scolastica e umana e la Chiesa che è inserita nel tessuto sociale, ci si rende conto che c'è ancora molta sofferenza per arrivare a dare alla donna la sua dignità, ma sul volto delle giovani donne c'è la fiducia, il sorriso e la speranza che ormai ci si è incamminati verso dei buoni traguardi a tutti i livelli. Mi piace pensare al contributo della Chiesa che svolge un compito importante per sviluppare gli Ideali umano-cristiani, riconoscere la dignità di ogni persona, e il rispetto per i più deboli ed indifesi. Anche nella nostra scuola puntiamo a questi principi evangelici con tutto l'entusiasmo possibile, aiutati da queste nostre giovani collaboratrici.
Mi piace molto confrontare il volto di Cristo con i volti pensierosi di queste due ragazze della mia parroccchia di Reps che guardano al loro futuro ancora incerto. Il mistero della sofferenza, della croce e della morte si apre sempre alla gioia della risurrezione e della vita. E l'augurio è che il cuore materno di ogni donna sia grande come il cielo per rendere più vivibile la vita qui in terra.
giovedì 7 marzo 2013
LA FELICITA' E'....
DIVIDERE UN PANINO CON UN BAMBINO.
E' ormai sera. Anche di notte Tirana è un incanto. La giornata è stata piena di incontri, di momenti ricchi di emozioni, e la festa è stata piacevole con tutti in gita per le vie della città. Ai giovani è piaciuto tutto, come dicomo loro, perchè in gita si sta bene insieme e ci si diverte.
C'eravamo proprio tutti: 45 giovani del Convitto di Rreshen, i tre educatori e il sottoscritto che guidava la comitiva. Abbiamo visitato il grande centro della Vodafon che ci aveva sponsorizzato la gita. Anche la mega scuola dei Salesiani ci era piaciuta molto perchè simile alla nostra. Ma poi ci aspettavano altre tappe. La stazione dei treni, la piazza del grande eroe Shkanderbeut glorioso a cavallo, la cattedrale dove ci ha accolti con gran simpatia il Mons. Frendo vescovo ausiliare, la piramide-tomba del dittatore Enver Ohxa... i palazzi del parlamento... ma poi il buio e la fame ci hanno fermato al portico dell'Università per la cena a base di panino e coca.
Ma non solo noi avevamo appetito... anche Agim, lo zingarello che gira per le strade, si è associato a noi, e con due occhi supplichevoli ci ha fatto capire che anche per lui la giornata è stata faticosa e che si era meritato la cena, se pur povera, da consumare con noi.
Sicuramente Agim non si era fatto probblemi perchè aveva capito che gli eravamo tutti amici. La sua presenza tra noi è stata una ricchezza perchè ci ha fatto capire il disagio di essere abbandanato, lasciato a sè stesso di notte, proprio prchè la sua condizione lo obbliga a guadagnarsi da vivere, anche se ancora così piccolo. Mi è venuto da pensare che anche s. Girolamo Emiliani aveva la caratteristica di accogliere i più sfortunati e noi lo abbiamo imitato.
Vedendo che gli zingari in città hanno il compito della raccolta di lattine e cose inutili buttate nei cassoni, ma per loro ancora utili, siamo riusciti insieme a procurargli quanto desiderava e soppratutto dargli attenzione e fargli capire che eravamo solidali con i suoi probblemi. In tutta la giornata noi siamo stati bene, ma non siamo stati egoisti perchè abbiamo sicuramente fatto star bene anche il piccolo Agim.
Anche Alban, il nostro educatore che da poco si è laureato a Tirana, che era occupato a salutare gli amici che ha incontrato nell'ambito dell'università, ha trovato che l'amicizia con Agim ci dava la possibilità di fare un'esperienza con le difficoltà e i disagi dei più poveri e ci teneva a far capire che anche lui, come tutti, condivideva questo Ideale del nostro Fondatore s. Girolamo.
Alla nostra partenza per il rientro a casa, Agim che vedevamo allontanarsi tutto solo con le grosse ciabatte di plastica, col panino da finire e la bibita che si sarebbe gustata poi, ha rappresentato per tutti noi un piccolo fratello che aveva maggior valore che i monumenti visitati nella giornata. Aveva destato in noi una carica di simpatia e di amicizia gioiosa che illuminava quella giornata grigia e piovosa. Sul volto di noi tutti c'era semplicemente la felicità.
venerdì 1 marzo 2013
NON PERDERE NESSUNA OCCASIONE PER AIUTARE GLI ALTRI
Normalmente
alla domenica mattina celebro 3 SS. Messe in tre paesi diversi sul pendio delle
montagne della Mirdita in Albania. Sono parroco in una zona che comunica con la
strada del Kosovo a circa 60 Km dal confine. Tornando a casa nel primo
pomeriggio vedo che dalle pareti della montagna si sono staccati dei pezzi
vistosi di roccia e sono sparpagliati sulla strada. A prima vista mi spavento.
Rallento di brusco per non farmi tagliare le gomme da quei ciottoloni
pericolosi e zigzagando riesco a scansarli tutti. Poi mi dico: “Sono stato
aiutato dal cielo per non aver preso neppure un pezzo di roccia tagliente che mi avrebbe danneggiato sicuramente le gomme”. Procedo lentamente
per scansare altre sorprese. Incontro una macchina ferma sul ciglio della strada.
Due donne chiedono aiuto. A loro non è andata bene. Hanno una ruota scoppiata.
La targa è vistosamente Kosovara. Giovalin è un catechista che mi accompagna e
mi fa da interprete. Subito mi dice che sono mussulmane e dovremmo aiutarle. Ci fermiamo e assicuriamo loro che possiamo trovare una soluzione al loro problema. Siamo in ritardo ma sento che in quel momento conta di più essere lì per risolvere il guaio di quelle due donne smarrite, mamma e figlia che stavano andando a Tirana.
L’idea di chiamare un carro attrezzi è da scartare
perché non ce ne sono in zona e poi sono troppo costosi e approfittano delle
emergenze altrui. Facciamo capire che nel loro bagagliaio al fondo, c’è la
ruota di scorta. Ma ma il bagagliaio è pieno stipato. Pian piano scaricano tutta la roba e le
aiutiamo con delicatezza a metterla sul ciglio della strada. Mi metto a
studiare il modello del Krik mai visto prima… troppo complicato e difficile per
poterlo usare. Prendo il mio e riesco a sollevare la loro auto per smontare la
ruota bucata. Intanto le due donne dopo un primo momento di smarrimento e di
diffidenza ci dimostrano una fiduciosa riconoscenza. Il mio amico catechista,
mentre io manovro per svitare i 6 bulloni spiega loro che io sono un prete
cattolico e che stiamo tornando dalla Messa celebrata in quei villaggi intorno.
Loro si stupiscono e meravigliate spiegano che i loro capi religiosi (i
Mugiaidin?) non farebbero mai un lavoro simile. Si ferma anche un'altra auto ed un giovane completa l'operazione mettendo il ruotino
e la macchina è pronta. Possimao ripartire. Il saluto delle due donne è cordialissimo. Il loro
sorriso riconoscente ci gratifica. Ripartiamo prima di loro. Il mio amico mi
dice che abbiamo fatto un gesto bellissimo che le due donne mussulmane
racconteranno certamente ai loro familiari ed amici. Io spiego a Giovalin che
abbiamo incontrato il Signore in quelle due donne, anche se di religione diversa. Gli
dico che sono molto contento. Anche lui mi dice di sentire una gioia grande
inaspettata.
Siamo consapevoli che, con i piccoli gesti nel dare la vita al prossimo si
cambia il mondo.
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