Venerdì mattina dovevamo accompagnare degli amici italiani all’aeroporto. Ci avevano detto della manifestazione a Tirana. Avevamo preso le precauzioni per restare fuori in periferia. Poi abbiamo saputo dei disordini e delle tre vittime davanti al parlamento. I cronisti dicono che la situazione in Albania è drammatica per le difficoltà sociali, politiche,
economiche e morali.
La gente cerca lavoro ed una vita dignitosa. Ma non ci sono industrie, non c’è commercio, restano chiuse le miniere c’è poca pastorizia e viene coltivata poco la campagna.
C’è da organizzare il turismo…
Se c’è una difficoltà che sentiamo tutti è la classica indolenza, che pare la malattia in particolare dei giovani disorientati, disoccupati, delusi dall’andamento negativo della società e spesso parcheggiati negli ambiti familiari o sbandati nei luoghi più malfamati dei paesi.
Noi Padri siamo contenti di operare nella fetta di società che ci è affidata, la scuola, il convitto, la formazione dei giovani. I ragazzi con noi stanno bene.
La diligenza che i ragazzi del nostro centro mettono nel tenere in ordine la loro camera, il refettorio ed i locali comuni è un buon antidoto per vincere le forme di trascuratezza e negligenza che caratterizzano la vita dei giovani di oggi.
Siamo contenti di comminare insieme e raggiungere dei buoni obiettivi, guidati ogni giorno dagli Ideali Cristiani che cerchiamo di vivere con impegno.